ROBERTO SANVITO
Sport

Alberto Chiumenti annuncia il ritiro: nuova carriera come general manager alla Rucker San Vendemiano

Alberto Chiumenti si ritira dal basket giocato e diventa general manager alla Rucker San Vendemiano, chiudendo una carriera di 23 anni.

Il gesto tecnico tipicamente anni ’80, reso celebre da Kareem Abdul Jabbar, era una specialità di Alberto Chiumenti

Il gesto tecnico tipicamente anni ’80, reso celebre da Kareem Abdul Jabbar, era una specialità di Alberto Chiumenti

Tra quanto tempo i tifosi dell’Aurora potranno rivedere un loro giocatore fare un gancio-cielo? Probabilmente mai più. Il gesto tecnico tipicamente anni ’80 reso celebre da Kareem Abdul Jabbar era una specialità della casa di Alberto Chiumenti, pivot veneto classe 1987 arrivato in Brianza la scorsa estate per rinforzare il team bluarancio. Era, tempo passato, sì perché giovedì sera tramite i suoi seguitissimi canali social “Chiumo“ ha annunciato l’addio al basket giocato. Resterà nell’ambiente, lo ha chiamato la Rucker San Vendemiano per affidargli l’incarico di general manager.

Desio, quindi, è l’ultima tappa di una lunga e fortunatissima carriera di 23 stagioni "intense, vere, vissute fino in fondo. Il basket mi ha portato in tante città, mi ha fatto indossare maglie diverse, ma soprattutto mi ha fatto incontrare persone straordinarie" si legge nel suo post commentato da molti campioni a partire da Gigi Datome, Bruno Cerella, Marco Spissu e dei suoi compagni aurorini come Alessandro Cipolla. "Si vorrebbe giocare per sempre, ma arriva un momento in cui bisogna cambiare ruolo, non passione. Il campo resta lì, le emozioni anche. Ora è il momento di restituire al basket tutto quello che mi ha dato".

Tanti anni di A2, un bronzo con l’U20 azzurra nel 2007 e anche uno scudetto da “aggregato“ con la Fortitudo Bologna. A Desio ha dato tutto sul campo terminando la stagione durante gara-2 dei playout contro Fiorenzuola per infortunio. Ma pur su una gamba sola non ha lasciato soli i suoi compagni incitandoli dalla panchina nelle due gare del PalArquato.

"A 37 anni speravo in un’annata più semplice, ma guardandomi indietro sono orgoglioso di averla vissuta con questo gruppo, con questa società, con gente che ha valori solidi e ama davvero questo sport" scrive. Ricambia il presidente Papaianni: "Abbiamo scoperto, al di là del grande giocatore che tutti conoscono, un uomo vero e un super professionista. In vent’anni alla guida di Aurora difficilmente ricordo persone della sua caratura. In un’annata per noi complicata, si è sempre reso disponibile per un consiglio, un supporto. È stato per tutti un punto di riferimento. Averlo avuto e sapere che qui chiude la sua carriera per noi è motivo d’orgoglio".

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