Mercatone Uno, cassa integrazione da fame

Spiccioli in busta paga per i lavoratori lasciati a piedi dall’azienda

Proteste davanti alla sede della Mercatone Uno

Proteste davanti alla sede della Mercatone Uno

Cesano Maderno (Monza Brianza), 11 luglio 2019 - La prima busta paga di una lavoratrice Mercatone Uno in cassa integrazione mette i brividi: netto a pagare, 28 euro. Che, tra l’altro, non sono nemmeno stati ancora liquidati dall’Inps. Si riferisce a una sola settimana di lavoro - anzi, di non lavoro -, quella dal 25 al 31 maggio scorsi, quando i dipendenti si sono trovati davanti ai punti vendita chiusi dopo l’annuncio nella notte via social del fallimento della società che aveva acquisito la catena. Ma anche considerando l’ammontare lordo, tolti alcuni conguagli e moltiplicandolo per le 4 settimane di giugno, si arriverà al massimo a 450 euro lordi, uno stipendio da fame.

E' la conseguenza, annunciata, del mancato annullamento del contratto che i lavoratori furono sostanzialmente costretti a firmare per continuare a restare in azienda quando questa fu rilevata dalla Shernon Holding Srl, nell’agosto 2018, con il benestare dei commissari nominati dal Ministero del Lavoro. "Vennero chiesti dei sacrifici ai lavoratori con la promessa di mantenere il posto, riducendo l’orario di lavoro - spiega Matteo Moretti, segretario provinciale della Filcams Cgil -, e ora che l’accordo non è stato rispettato, perché la società è fallita in 9 mesi accumulando 90 milioni di euro di debiti, al danno si unisce la beffa, perché la cassa integrazione viene calcolata sull’orario ridotto anziché su quello intero pre-accordo". I 116 euro lordi alla settimana si riferiscono a un contratto part-time al 70%, come quello di Marianna Iurato, mamma oggi single con un mutuo sulle spalle da quasi 1.000 euro. "Rido per la rabbia e cerco di non piangere, perché sarebbe comunque inutile. Si sono dimenticati tutti di noi, tante belle parole, ma la realtà è che dal 10 maggio scorso, quando ci hanno pagato le ultime due settimane lavorate ad aprile, questa è l’unica mia entrata. Che non so nemmeno quando verrà pagata", racconta Marianna, la cui busta paga sta facendo il giro dei social e nel pomeriggio di ieri è stata rilanciata con un breve video anche da Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd, che ha chiesto più attenzione per i lavoratori da parte del Governo.

Ma la situazione di Marianna è persino migliore di quella di altre sue colleghe: alla Mercatone Uno, infatti, ci sono anche lavoratrici che hanno un part time al 50%, quindi con un contributo sociale ancora più basso. "La situazione è drammatica se si considera che nel punto vendita di Cesano Maderno più dell’80% dei dipendenti sono donne e l’età media è di 48 anni - sottolinea Moretti -. Abbiamo sollecitato di nuovo un incontro al ministro del Lavoro lo scorso 2 luglio, ma non abbiamo mai avuto riscontro. Il Governo si vantava di avere sconfitto la povertà, ma in questo caso è stata creata nuova povertà proprio con la complicità del Governo, che si era fatto garante della nuova proprietà che non ha rispettato gli accordi".