Isotta Fraschini: prima le corse, poi l’ingresso sul mercato. Così rinasce il marchio leggendario

Il primo impegno della cordata di imprenditori lombardi e veneti: una squadra per partecipare al mondiale WEC nella prossima stagione

La presentazione di uno dei nuovi modelli targati Isotta Fraschini

La presentazione di uno dei nuovi modelli targati Isotta Fraschini

Monza –  “Si diceva che le Isotta Fraschini fossero auto di un livello superiore. Addirittura sei, sette volte in più di una Rolls Royce. Anche Enzo Ferrari debuttò con una Isotta". Enzo Panacci lo dice con una punta di orgoglio, seduto nel suo ufficio di amministratore delegato della Isotta Fraschini Milano, marchio leggendario che una cordata di imprenditori lombardi e veneti ha deciso di riportare alla gloria del passato. Correndo verso il futuro.

Un progetto guidato da Alessandro Fassina, ex pilota di rally e numero uno del Gruppo Fassina attivo nella vendita di automobili con 14 brand rappresentati. Al suo fianco Giuliano Michelotto, storico costruttore padovano e come direttore sportivo l’ex Ferrari Claudio Berro. È un ritorno al futuro. Ricominciando dal mondo delle corse.

Sfida affascinante

“Una sfida in mezzo ai titani, certamente ambiziosa, ma questo marchio, nato in Lombardia ha ancora il suo fascino e la sua notorietà", assicura Panacci. Non vuole peccare di presunzione, sa bene che “i nostri competitor sono Ferrari, Toyota, Peugeot, parlando di gare”. Perché "siamo voluti ripartire proprio da un’auto da corsa per poi arrivare a produrre versioni stradali. Del resto in Dna non si perde".

Al momento ci sono due hypercar Tipo 6 che il prossimo anno parteciperanno al Mondiale WEC: "Avremmo voluto essere in gara già questo fine settimana all’autodromo di Monza proprio per la tappa del World endurance championship, ma significava omologare la macchina e bloccare lo sviluppo – chiarisce Panacci –. Certo, nei test fatti abbiamo avuto buoni risultati, ma l’auto va alleggerita e poi dobbiamo mettere a punto il software, che è molto sofisticato".

I modelli (quasi) pronti

La Tipo 6 è un bolide con un motore 6 cilindri costruito dalla tedesca HWA che sviluppa 800 cavalli, a cui si aggiunge all’anteriore un motore elettrico con altri 250 cavalli. La sua prima uscita ufficiale sarà questa sera in piazza Trento a Monza e sabato e domenica con una “passerella“ all’autodromo prima della gara 6 Ore di Monza: "Debuttare a Monza va a chiudere un cerchio magico".

Collezionisti da ingolosire

Parallelamente è in pista anche la progettazione delle versioni cosiddette track day: 25 esemplari al massimo per collezionisti-pistaioli. Modelli che possono essere già prodotte e consegnate nel giro di un anno. Ma "il nostro obiettivo è di tornare sulle strade con una versione che, però, non potrà essere omologabile in tutti i Paesi. Sarà una biposto, una classica hypercar tipo Pagani – anticipa Panacci –. Uscirà nel 2026 in un numero limitato di esemplari (una cinquantina nell’arco di 5 anni al prezzo che sfiora i 3 milioni di euro, ndr ), avrà un evidente richiamo alla macchina da corsa e una motorizzazione ibrida. Del resto il mondo dell’automotive sta andando in quella direzione".

E Isotta Fraschini su quella strada ha deciso di accelerare: "Per il futuro pensiamo in grande". Al di là dell’investimento iniziale (che si aggirerebbe intorno ai 100 milioni) di rinascita del marchio, "servono sforzi e capitali importanti – riconosce Panacci –. Puntiamo innanzitutto ad allargare la base degli azionisti. Mentre in pista, per la prima stagione nel WEC puntiamo a fare almeno bella figura".