La Candy ai cinesi, paura sul futuro dei mille dipendenti

Assemblee degli operai dopo la vendita al colosso degli elettrodomestici Haier

Stabilimento Candy di Brugherio

Stabilimento Candy di Brugherio

Brugherio (Monza Brianza), 30 settemnre 2018 - Domani sarà la volta delle assemblee degli operai. Una ogni inizio turno, alle 6 e alle 13.30. Argomento: le ripercussioni della vendita della Candy al colosso degli elettrodomestici cinese Haier per 475 milioni di euro. «Vogliamo fare il punto con i lavoratori nonostante le poche informazioni che abbiamo», spiega Paolo Mancini, delegato sindacale Candy.

Un po’ tutti sono stati infatti colti di sorpresa dalla scelta della famiglia Fumagalli, fondatrice dell’impero Candy nel 1945. «Venerdì pomeriggio i Fumagalli hanno radunato gli impiegati in sala mensa per comunicare quanto accaduto. La fabbrica era ferma per la cassa integrazione», spiega Mancini che aggiunge: «Dopo le assemblee con gli operai decideremo se prendere qualche iniziativa anche se, in regime di cassa integrazione, lo stabilimento sarà attivo domani e martedì e poi resterà chiuso fino al 15 ottobre». C'è timore fra i circa 500 operai (oltre 400 sono invece gli impiegati) di Brugherio. Nei giorni scorsi era stato raggiunto un accordo che “in cambio” di cassa integrazione e tagli agli stipendi eviterà 200 licenziamenti previsti dall’azienda. Nel contempo aumenterà la produzione: dalle attuali 320mila lavatrici all’anno a 500mila. «Gli accordi saranno rispettati da Haier e per 10 anni la sede europea resterà a Brugherio», ha detto Beppe Fumagalli, amministratore delegato di Candy che ha aggiunto: «Inoltre, a vigilare sul rispetto degli accordi, io e mio fratello Aldo resteremo nel Cda di Haier Europa».