Agrate Brianza, Technoprobe cresce e punta su Catania

L’azienda specializzata in semiconduttori aggiunge una nuova sede

Una dipendente al lavoro in un laboratorio Technoprobe

Una dipendente al lavoro in un laboratorio Technoprobe

Agrate Brianza (Monza e Brianza) -  In Brianza come in Sicilia. I giganti, pubblici e privati della Silicon Valley italiana preferiscono lavorare gomito a gomito. Riuniti in grandi campus tecnologici, dove tecnici esperti, ricercatori e investimenti si moltiplicano a vicenda. È così che Technoprobe, multinazionale nata (davvero) in un garage, attiva nel settore dei semiconduttori, della microelettronica e del testing dei microchip, quartier generale nel Lecchese, a Cernusco Lombardone, nata da una costola di St, rilancia e si espande oltre i confini lombardi scegliendo il polo di Catania. Ad Agrate Brianza, a poca distanza dalle insegnedel colosso italofrancese da cui tutto ebbe inizio nel 1996, c’è uno dei tre centri di ricerca da 500 brevetti, con 160 dipendenti. Mille chilometri più a Sud, il nuovo insediamento per l’azienda che è l’unico produttore italiano di Probe-card e il secondo al mondo, per in totale di 2.600 addetti e 391 milioni di euro di ricavi consolidati, con un aumento che in un anno sfiora il 24%.

Anche in questo caso, il sito non sorgerà come una cattedrale nel deserto, ma ancora una volta in un distretto evoluto e attivo. A Catania, infatti, dove nascerà il nuovo "Design center per potenziare le attività dei team che progettano per l’azienda", spiega Technoprobe, i nuovi uffici apriranno nella zona industriale vicina all’aeroporto, la stessa dove dove già hanno sede altre grandi aziende, a partire dal vicino agratese STMicroelectronics, ma anche Teradyne, EDA, NXP, Analog Device, Enel Greenpower e l’Institute for Microelectronics and Microsystems del Cnr. Lo stabilimento per ora è limitato: un’area di circa 500 metri quadrati, con cinquanta postazioni di lavoro che potrebbero tuttavia raddoppiare con un eventuale futuro ampliamento della sede, cui si aggiunge un laboratorio di caratterizzazione.

Technoprobe e il distretto che la circonda sono una risorsa strategica per l’Italia e l’Europa, in un periodo in cui i microchip e la tecnologia che li gestisce e li testa sono scarsi sul mercato per le turbolenze rallentano la produzione industriale in tutto l’Occidente. "Questo passo è parte di un grande percorso di crescita che ci ha visto negli ultimi due anni più che triplicare il numero dei dipendenti e raddoppiare il fatturato – spiega il general manager Roberto Crippa -. Confidiamo di riuscire a trovare nuovi talenti, grazie alla partnership con l’Università di Catania". Il gruppo ha già 13 sedi nel mondo, in Italia il 51% dei 1.600 dipendenti ha meno di 30 anni, il 34% è donna.