Villasanta, il boss Peppe 'o curt libero di fare pure il nonno

Condanna sospesa otto mesi a Giuseppe Esposito per motivi di salute

L’ex assessore Giovanni Antonicelli e Giuseppe Esposito

L’ex assessore Giovanni Antonicelli e Giuseppe Esposito

Villasanta (Monza Brianza), 16 marzo 2018 - Peppe 'o curt a passeggio con la moglie e la nipotina per le vie del paese. È malato, sospesa la pena. Il ritorno a casa non è sfuggito a molti concittadini di Villasanta di Giuseppe Esposito, il sessantacinquenne ritenuto il boss della Camorra napoletana trapiantato in Brianza. Perché zio Peppe dovrebbe trovarsi in carcere, dove è stato condannato a rimanere per almeno una decina di anni per rispondere di una serie di reati che vanno dalla corruzione al voto di scambio, all’associazione per delinquere.

Invece ha ottenuto la sospensione per 8 mesi della pena per gravi problemi di salute. Giuseppe Esposito è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico e ora le sue condizioni non risultano compatibili con la detenzione dietro le sbarre. Quindi il giudice per le esecuzioni gli ha permesso di tornare nella sua abitazione, con la sua famiglia. Non agli arresti domiciliari, misura alternativa al carcere per cui continuerebbe a scontare la pena. Ma in regime di sospensione, per cui la pena viene appunto sospesa finché Peppe ‘o curt non sarà in grado di rientrare nella casa circondariale.

Il giudice gli ha però anche permesso di uscire qualche ora al giorno, come se fosse un libero cittadino, libero di passeggiare per le vie del paese come se non avesse collezionato pesanti condanne. Un periodo di libertà vigilata che potrebbe anche essere prorogato se in 8 mesi il boss di Torre Annunziata non si sarà rimesso in salute. Giuseppe Esposito è stato arrestato nel marzo 2013 nell’operazione “Briantenopea” dei carabinieri di Monza, che aveva portato ad eseguire una quarantina di ordinanze di custodia cautelare tra cui quella nei confronti dell’ex assessore Pdl all’Ambiente e al Patrimonio del Comune di Monza, Giovanni Antonicelli.

Il tribunale di Monza ha condannato Peppe ‘o curt con il rito abbreviato a 14 anni e mezzo di reclusione (scesi a 12 anni in appello) per voto di scambio con Antonicelli (ma anche per associazione per delinquere finalizzata a una serie di reati come usura, estorsione, rapine, spaccio di droga, riciclaggio di denaro, furti, falsificazione e spendita di banconote false, clonazione di carte di credito e anche ricettazione di abbigliamento con le griffes contraffatte, a vario titolo insieme ad altri 15 imputati).

Poi il suo nome è uscito anche nell’inchiesta “Clean City” sugli appalti in odore di mazzette che ha portato all’arresto di 26 persone smantellando l’impero corruttivo della famiglia Sangalli. Altra condanna del Tribunale di Monza a 3 anni e 4 mesi per corruzione per i lavori edilizi ottenuti dall’ex assessore Antonicelli ai danni del Comune di Monza.