Pena sospesa per i basisti del furto alla Villa Reale

Concordati i patteggiamenti senza risarcimento dei danni alla società

La Villa Reale

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Monza, 21 luglio 2018 - Patteggiano con la pena sospesa e senza risarcimento dei danni i due ‘basisti’ del clamoroso furto alla Villa Reale di Monza. E alla società che si occupa della gestione degli eventi nella dimora piermariniana, costituita parte civile al processo, solo il rimborso delle spese legali. I patteggiamenti concordati tra le difese degli imputati e la Procura di Monza per concorso in furto aggravato sono stati accolti ieri dal giudice del Tribunale di Monza Elena Zanetti. A 2 anni ha patteggiato l’addetta alla biglietteria della Villa Reale Beatrice F., 24 anni, mentre a 1 anno e 10 mesi Dario F., 41 anni, guardia di sorveglianza in servizio alla Villa. I due si trovavano rispettivamente sottoposti all’obbligo di dimora ad Aulla di dove è originaria la donna e all’obbligo di firma, ma con il patteggiamento sono tornati in libertà. Mentre è agli arresti domiciliari il convivente della bigliettaia, Massimo Tanzi, magazziniere di 54 anni domiciliato a Giussano ritenuto colpevole di avere materialmente rubato nel gennaio 2017 dalla cassaforte gli incassi delle visite guidate e della libreria interna alla residenza piermariniana per complessivi 45mila euro.

Tanzi, imputato di furto aggravato e anche di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, è già stato condannato con il rito abbreviato a 5 anni di reclusione e 60mila euro di risarcimento dei danni alla società che si occupa della gestione degli eventi alla Villa Reale. Che quindi si è voluta costituire parte civile anche al processo nei confronti dei due presunti complici. Invece gli imputati hanno concordato con il pm Michela Versini un patteggiamento della pena che non prevede il risarcimento dei danni. Le indagini della polizia di Stato di Monza avevano portato al terzetto partendo dal fatto che la cassaforte con il tastierino numerico non risultava scardinata e che soltanto 7 dipendenti in servizio alla biglietteria conoscevano il codice per aprirla. Un altro particolare che aveva destato sospetto era stato quello dell’allarme che era scattato ma i controlli eseguiti avevano avuto esito negativo. L’attenzione degli inquirenti si era subito concentrata su Beatrice F., che era stata assunta su segnalazione dell’addetto al servizio di vigilanza Dario F. perché conosceva il suo convivente, di cui era debitore perchè vittima, oltre che del vizio delle "macchinette", anche di quello della droga.