Vaiolo delle scimmie, caso sospetto a Monza

I primi accertamenti sarebbero negativi, ma i risultati di tutti gli esami necessari saranno disponibili soltanto nelle prossime ore

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di Marco Galvani

Sospetto caso di vaiolo delle scimmie all’ospedale San Gerardo di Monza. Soltanto nelle prossime ore, quando saranno disponibili i risultati di tutti gli esami effettuati sul paziente, si potrà avere conferma o meno di quello che potrebbe essere il quinto caso accertato in Italia. Certo è che i primi accertamenti eseguiti nei laboratori individuati da Regione Lombardia per il cosiddetto “monkeypox” (al Sacco di Milano e al San Matteo di Pavia) sarebbero negativi. Ma resta alta l’attenzione della direzione regionale Welfare soprattutto alla luce dell’aumento delle segnalazioni di nuovi casi, presunti o accertati, in Europa, negli Stati Uniti, in Australia e in Canada. Al momento in Italia restano quattro i casi accertati: tre le persone ricoverate allo Spallanzani di Roma in buone condizioni cliniche (oltre a 15 persone in isolamento, tutti contatti dei tre contagiati), mentre ieri è stato confermato il primo caso di vaiolo delle scimmie in Toscana, all’ospedale San Donato di Arezzo, su un uomo di 32 anni rientrato da una vacanza alle isole Canarie. Comunque la maggior parte dei casi attuali di vaiolo delle scimmie riscontrati in Europa "si è presentata con sintomi di malattia lievi e, per la popolazione più ampia, la probabilità di diffusione è molto bassa - ha chiarito Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che ha pubblicato una prima valutazione del rischio della malattia -. Tuttavia, la probabilità di un’ulteriore diffusione del virus attraverso uno stretto contatto, ad esempio durante le attività sessuali tra persone con più partner, è considerata alta". La sorveglianza è massima. Regione Lombardia ha diffuso ad Ats e Asst le indicazioni del ministero della Salute ed è costantemente in contatto con i responsabili dei reparti di Malattie infettive delle strutture ospedaliere per monitorare la diffusione di un virus comunque non sconosciuto.

È endemico in alcune zone dell’Africa centrale e occidentale, anche se – riporta l’Istituto superiore di sanità – "sono stati riportati casi sporadici (fuori dal continente africano, ndr) ed anche un’epidemia in USA nel 2003, in seguito all’importazione dall’Africa di animali non adeguatamente controllati sotto il profilo sanitario". Nell’uomo il vaiolo delle scimmie si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee come vescicole, pustole e piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets (le goccioline che sono veicolo anche per il Covid), contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi. In ogni caso "la malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche, ma possono venir somministrati degli antivirali quando necessario".