
La Procura di Monza, l'Inps e la Rete Artemide collaborano per garantire sostegno economico alle donne vittime di violenza domestica, promuovendo l'indipendenza e l'uscita dalla violenza. Il protocollo in fase di definizione potrebbe essere operativo entro fine anno.
La Procura insieme all’Inps Monza e Brianza con la Rete dei centri anti violenza Artemide, guidata dal Comune di Monza, stanno mettendo a punto un protocollo di intesa per promuovere l’indipendena delle donne vittime di violenza domestica. "Stiamo preparando un testo – spiega Manuela Massenz, procuratrice aggiunta di Monza – per consentire alla donna da cui è stato allontanato il partner maltrattante, di percepire le prestazioni dell’Inps, cioè l’assegno unico per il sostentamento dei figli e l’invalidità civile, di solito versate sul conto corrente del marito". Si tratta spesso di situazioni di donne che non lavorano e quindi che non hanno un conto corrente a proprio nome. La misura in via di definizione è volta a incoraggiare le donne vittima di violenza a uscire allo scoperto, sapendo di poter contare non solo sul supporto delle forze dell’ordine, ma anche su un contributo economico. La stesura del protocollo è terminata. Ora dovrà passare al vaglio della direzione regionale e nazionale dell’Inps e poi potrà diventare operativa entro fine anno.
"Ne daremo comunicazione alle forze dell’ordine – anticipa la direttrice Inps, Rosaria Cariello –, primo “sportello“ a cui si accostano le donne che hanno deciso di denunciare una situazione di violenza". Occhi puntati sulla violenza di genere al Cadom (Centro aiuto donne maltrattate). Nel 2023 è stato contattato complessivamente da 273 donne (+ 16% rispetto al 2022), 204 donne (+ 26 % rispetto al 2022) per la prima volta. Dei nuovi contatti 75 donne hanno iniziato il percorso di uscita dalla violenza (circa il 37% dei nuovi contatti), mentre altre 69 hanno proseguito un percorso iniziato in anni precedenti.
C.B.