Roma, Giochi Olimpici del 1960. Armando Sardi da Monza, che ha appena 20 anni, nella staffetta 4x100 con Pier Giorgio Cazzola, Salvatore Giannone e il grande Livio Berruti si piazza al quarto posto, a un centesimo di secondo dal quartetto britannico. Livio Berruti avrebbe vinto i 200 metri, conquistando uno storico oro in quegli stessi Giochi. Ma Armando, che nella vita di tutti i giorni lavorava e non faceva l’atleta di “professione”, come ricordava sempre ("gli altri si allenavano, io dovevo alzarmi a lavorare"), sarebbe comunque entrato nella leggenda della grande atletica leggera italiana e del suo Dream Team.
È morto ieri Armando Sardi, velocista italiano. Nato a Monza il 15 settembre 1940, alle Olimpiadi di Roma era stato eliminato in batteria in quei 200 metri dominati da Livio Berruti. Ai Giochi del Mediterraneo di Napoli del 1963 aveva vinto l’oro nella staffetta 4x100, con Livio Berruti, e un altro grande atleta brianzolo, quel Sergio Ottolina da Lentate sul Seveso e 2 volte alle Olimpiadi, scomparso pochi mesi fa. Nei 200 metri, Sardi era stato campione italiano nel 1963. Nel suo palmarès, ci sono sette titoli italiani assoluti, due record italiani 28 presenze in maglia azzurra e 176 titoli italiani Master.
Il Comune di Monza lo aveva premiato nel 2020 con la medaglia della Luna nel giorno del suo ottantesimo compleanno e aveva trovato il modo di fare un collegamento telefonico proprio con Livio Berruti.
Armando Sardi era stato un grande appassionato di sport da sempre. Il padre Luigi, uno dei più importanti direttori del Pedale Monzese, aveva guidato la squadra ciclistica di Monza a tanti successi e la bici era diventa la sua professione, come titolare dello storico negozio “Sardi Cicli” (fondato col fratello nel 1935) di via Annoni prima e Oreste Pennati poi. E non aveva mai smesso di correre, lo si poteva incontrare spesso al Parco, dove a suo tempo condivideva la sua passione con l’ex allenatore di calcio Gigi Radice
I suoi record, restano sul cronometro il 10’’4 sui 100 metri e il 20’’8 sui 200. Nella memoria resterà sempre la sequenza fotografica del passaggio di testimone Sardi-Berruti alle Olimpiadi romane, "una sequenza - ricordava lui - studiata ancora oggi da atleti di tutto il mondo".
"Livio era sempre davanti a me, stavolta l’ho fregato" possiamo immaginare che penserà una colta raggiunti i Campi Elisi a cui ieri si è sicuramente diretto.