Tallio, un avvelenatore non del tutto matto

Nova Milanese, la perizia: ha due personalità, ma è rimasto lucido

Mattia Del Zotto è stato arrestato il 7 dicembre

Mattia Del Zotto è stato arrestato il 7 dicembre

Nova Milanese (Monza Brianza, 28 febbraio 2018 - Un piano per sterminare i parenti ritenuti “impuri” architettato da un folle, ma pianificato da una mente lucida. Ha una doppia personalità Mattia Del Zotto, il 27enne di Nova Milanese che ha confessato di aver avvelenato la sua famiglia col solfato di tallio, uccidendo i nonni e una zia paterni e mandando in ospedale altri quattro parenti e una badante.

Lo ha stabilito la perizia psichiatrica disposta dalla Procura di Monza. Secondo i consulenti nominati dal pm Carlo Cinque, Mattia risulta solo parzialmente incapace di intendere e di volere. Era infermo di mente quando, dopo essersi convertito da un paio di anni all’ebraismo, come lui stesso ha dichiarato, aveva deciso di "punire gli idolatri", persone indegne perché troppo attaccate ai beni materiali. Iniziando dai parenti più prossimi (tranne i genitori) e infine fermato dall’arresto, dopo due mesi di indagini per risolvere il giallo.

Ma era sano di mente quando ha messo in atto il suo piano delirante, dimostrando una lucida determinazione nel procurarsi il veleno con un acquisto on line attraverso una mail inventata, pagarlo in contanti presentandosi di persona nell’azienda venditrice e sciogliere il solfato di tallio nelle bottiglie di acqua minerale distribuite a tutti i parenti. In gergo psichiatrico la malattia del 27enne è chiamata parafrenia, un disturbo mentale che porta chi ne soffre a vivere due vite contemporanee e parallele: una reale e l’altra immaginaria e delirante.

Da un paio di anni infatti Mattia aveva iniziato a chiudersi in camera tranne per i pasti frugali, a rifiutare ogni comfort e apparecchio elettronico, tranne il pc, diventato il suo unico strumento per navigare in rete in cerca di blog a sfondo religioso. E qualche “puntatina” fuori casa in cerca di lavoro, ma senza successo. Ora per Mattia Del Zotto è pronta la richiesta di giudizio immediato. Lui è da quasi tre mesi detenuto nel carcere di Monza, dove continua ad apparire tranquillo, ancora immerso nella lettura dei libri sulla religione, e ha incontrato i suoi genitori. Al processo la seminfermità mentale comporterà uno sconto sulla pena. Ma il suo avvocato, Silvia Letterio, ha intenzione di sottoporre il 27enne ad un’altra consulenza psichiatrica per capire se l’infermità mentale possa essere totale.