Sotto scacco: "La criminalità ormai è di casa"

Valerio D’Ippolito dell’associazione Libera: "Le Amministrazioni hanno abbassato la guardia".

Sotto scacco: "La criminalità ormai è di casa"

Sotto scacco: "La criminalità ormai è di casa"

"I Comuni della Brianza si devono dare una sveglia. Tra due mesi, 31 andranno al voto: sono curioso di leggere quanti candidati, nei loro programmi, parleranno di contrasto, serio, alle mafie".

Valerio D’Ippolito è il referente di Monza e Brianza per Libera, l’associazione fondata da Don Luigi Ciotti che lotta contro tutte le mafie. Il risveglio, il caffè, e la notizia che rimbalza, riaccendendo i riflettori sul tema, quanto mai importante.

Qual è stata la reazione di fronte al nuovo, ennesimo, abbinamento tra Brianza e criminalità organizzata?

"Ho subito cercato di capire e approfondire. Ho letto che questa persona è stata sospesa dal suo ordine professionale nel 2016. Poi qualche anno dopo è stata assunta in Comune. Possibile che non ci siano stati approfondimenti? Mi stupisce una assunzione di questo genere, tra l’altro in un ufficio chiave come quello dei lavori pubblici. Credo che i curricula vadano vagliati con maggiore attenzione. Non mi stupisce, invece, il tema delle possibili infiltrazioni mafiose nei nostri Comuni, perché qui purtroppo l’attenzione delle amministrazioni locali è bassissima".

Il fenomeno è preoccupante?

"Decisamente. I Comuni fanno troppo poco. C’è sensibilità da parte delle associazioni, delle scuole, ma per la pubbliche amministrazioni siamo ancora all’anno zero. E io temo che questo chiaro abbassamento del livello di guardia porterà a un nuovo boom di inchieste nei prossimi anni: visto anche l’arrivo dei fondi del Pnrr e di altri finanziamenti, credo che avremo tristi sorprese".

Come spiega questo “abbassamento del livello di guardia“?

"Forse col fatto che, ancora, in maniera assurda, si ritiene che le mafie siano un problema più radicato al Sud e ci si culla su questa comoda convinzione".

Quali altre iniziative avete in cantiere con Libera?

"Noi continuiamo a fare la nostra parte. Stiamo programmando un piano di attività tentando di coinvolgere non solo le scuole, ma anche i Comuni. A Monza abbiamo in cantiere il progetto ‘Sulla strada di Lea’, dedicato a Lea Garofalo: tre chilometri di percorso sul quale posizionare sagome di donne che si sono ribellate e hanno lottato contro la mafia. Poi abbiamo in lavorazione un video, con interviste a personaggi importanti, da divulgare nelle scuole".

Quanto c’è ancora da lavorare contro le mafie in Brianza?

"Tantissimo. E soprattutto, lo ripeto, coinvolgendo le amministrazioni comunali. Io da anni propongo di fare sistema, tra Comuni, Prefettura, Procura, Enti previdenziali e altre istituzioni. Solo così si possono fare davvero prevenzione, contrasto e lotta alle mafie".