Seregno, appalti e malaffare: nuove perquisizioni dei carabinieri

Nel mirino dei carabinieri Maurizio Schiatti e Emilio Giussani per il Pac1

I carabinieri hanno anche scoperto grosse somme di denaro

I carabinieri hanno anche scoperto grosse somme di denaro

Seregno, 28 maggio 2018 - Ancora perquisizioni, con la scoperta di grosse somme di denaro, in un caso nascosto addirittura in un bunker, nella maxinchiesta sul presunto malaffare al Comune di Seregno della Procura di Monza. Dopo i recenti clamorosi arresti nel Vimercatese dell’imprenditore edile di origine calabrese Giuseppe Malaspina e della sua ‘corte dei miracoli’ di professionisti che avrebbero fatto carte false per salvare il suo impero immobiliare, riprende vigore il ‘caso Seregno’. I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Desio sono tornati a ‘visitare’ due imprenditori che risultano indagati nel secondo filone delle indagini del pm monzese Salvatore Bellomo. Quello degli altri Piani attuativi adottati o approvati dal Comune di Seregno, oltre a quello dell’area dismessa ex Dell’Orto che ha già coinvolto il costruttore calabrese Antonino Lugarà e l’ex sindaco Edoardo Mazza, indagati a vario titolo insieme all’ex vicesindaco Giacinto Mariani, ad ex assessori e funzionari comunali.

Nel mirino dei militari Maurizio Schiatti e Emilio Giussani per il Pac1 relativo all’area verde compresa tra via Milano, via Toselli e via allo Stadio, dove dovrebbero sorgere due edifici commerciali da 500 metri quadrati, destinati alla realizzazione di un punto vendita Tigotà e una hamburgheria Road House. Un’area contestata soprattutto dei comitati di quartiere perché, oltre alla realizzazione del progetto, verrà rivoluzionata la viabilità dell’intero quartiere di Sant’Ambrogio. Proprietario dell’area di 5 mila metri quadrati è Maurizio Schiatti, mentre la società interessata alla parte edilizia farebbe capo alla moglie di Emilio Giussani. Entrambi erano già stati fatti oggetto di perquisizioni lo scorso febbraio. E non è da escludere che altre perquisizioni verranno messe a segno nei prossimi giorni. Perchè è da una decina di anni a questa parte che la Procura di Monza ha puntato il faro sulle amministrazioni comunali di varie città della Brianza e sulla corruzione nella gestione dell’urbanistica e degli appalti a favore di imprenditori pronti ad arricchirsi con la complicità della politica. A volte anche all’ombra delle organizzazioni mafiose.

Nel 2010 l’inchiesta ‘Infinito’ ha tolto il velo sull’esistenza di Locali di ‘ndrangheta a Desio e Seregno e su una banca clandestina gestita a Seveso dal boss Pino Pensabene, con una costellazione di imprenditori calabresi ma anche brianzoli i cui nomi spesso tornano fuori nelle varie inchieste che si stanno susseguendo. Prima la corruzione sull’urbanistica a Seregno ai tempi dell’assessore Attilio Gavazzi, poi a Desio gli appalti sulla manutenzione delle strade e l’emergenza neve, poi a Monza (dove la Camorra ha preso il posto della ‘ndrangheta) gli appalti per la raccolta dei rifiuti urbani e per la manutenzione dei cimiteri. Poi di nuovo a Seregno per il presunto voto di scambio in cambio dell’approvazione del Comune di operazioni edilizie con cambio di destinazione d’uso di aree dismesse. Infine a Correzzana, dove Giuseppe Malaspina avrebbe corrotto il sindaco con un paio di appartamenti per non procedere con le previste opere di urbanizzazione.