Ex calciatore ucciso: chiuso vivo nel bidone di acido

Dell'omicidio dell'ex giocatore professionista e direttore sportivo di Brugherio sono accusati Raffaele Rullo e la madre Antonietta Biancaniello

Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, madre e figlio accusati di omicidio

Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, madre e figlio accusati di omicidio

Brugherio (Monza e Brianza),  2 luglio 2018 -  Andrea La Rosa era ancora vivo quando i suoi assassini lo hanno chiuso dentro un bidone versandogli addosso dell'acido. E' quanto emerge dall'indagine dei carabinieri che oggi hanno notificato l'avviso di conclusioni delle indagini a carico di Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello per l'omicidio aggravato del calciatore 35enne, ex giocatore di serie C e direttore sportivo del Brugherio Calcio, avvenuto il 14 novembre scorso. L'azione combinata dell'inalazione dei fumi dell'acido e del confinamento all'interno del bidone sono stati letali e hanno causato il decesso. Inoltre sul corpo di La Rosa sono state inferte delle ferite d'arma da taglio.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, l'omicidio di Andrea La Rosa "era stato progettato e premeditato da tempo attraverso la ricerca e il reperimento dei materiali per uccidere e far scomparire il cadavere", si legge in una nota diffusa dal Comando provinciale dei carabinieri di Milano. La sera del 14 novembre Rullo avrebbe attirato la vittima nella casa casa della madre con la scusa di presentargliela e, con l'inganno, i due indagati gli avrebbero somministrato due sostanze narcotizzanti per indurlo in uno stato di incoscienza. Successivamente lo avrebbero portato nelle cantine di via Cogne 20, mettendolo all'interno di un bidone di metallo. Dopodiché sul corpo del ragazzo sono stati versati almeno 6 flaconi di acido cloridrico. Per finire il fusto è stato sigillato con del nastro americano. Nei giorni successivi al decesso il corpo del calciatore era stato portato sempre all'interno del bidone in un'autorimessa.  Il barile contenente il cadavere è stato rintracciato dai carabinieri il 14 dicembre scorso, un mese dopo l'omicidio, nell'automobile della Biancatello sulla Milano-Meda. Alla guida della vettura c'era proprio la donna che, secondo la ricostruzione, stava eseguendo le indicazioni del figlio. Rullo le avrebbe ordinato di portare il fusto in un box di Seveso dove erano già stati predisposti 24 flaconi di acido con cui distruggere il cadavere.

Intanto r Raffaele Russo è accusato anche di aver trebbe tentato di uccidere la moglie simulando il suo suicidio dopo averla drogata (con la complicità della madre) per intascare la polizza sulla vita da 150 mila euro che aveva fatto sottoscrivere alla consorte. La Squadra Omicidi del nucleo investigativo del comando provinciale di Milano,  ha ricostruito la vicenda partendo dal ritrovamento in casa di medicinali narcotici di cui la donna non conosceva l'esistenza. Ai militari ha  accontato che il 5 ottobre 2017 ha tentato il suicidio tagliandosi le vene dopo aver assunto benzodiazepine ma ha spiegato di non ricordare l'esatta dinamica e di conoscere i dettagli solo grazie al racconto del marito e della suocera. Secondo quanto ricostruito, la polizza sulla vita (che copriva il suicidio) è stata stipulata in estate, il 4 ottobre la coppia ha avuto un violento litigio e il giorno successivo Rullo ha messo in atto il suo piano che però è fallito. Rullo avrebbe letto le condizioni generali della polizza assicurandosi di poter intascare i soldi subito dopo la morte della moglie e quando si è imbattuto nella parola «autoptico» (relativa alla necessità di autopsia in caso di morte violenta) ha cercato su Internet il significato