Processo Seregnopoli. Oggi la requisitoria. Dall'ex sindaco Mazza a Ponzoni: gli imputati

Si tirano le somme della clamorosa inchiesta per corruzione nell’urbanistica che nel settembre 2017 decapitò la giunta

L'ex sindaco Edoardo Mazza

L'ex sindaco Edoardo Mazza

A tre anni dal rinvio a giudizio, è arrivato il momento di tirare le somme del processo Seregnopoli per la presunta corruzione nell’urbanistica. Oggi i pm Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo pronunciano la requisitoria sui protagonisti della clamorosa inchiesta che nel settembre 2017 aveva portato ad una raffica di arresti causando il commissariamento della Giunta.

Il dibattimento al Tribunale di Monza si è aperto l’8 aprile del 2019. Contestate a vario titolo le accuse di corruzione, usura, abuso d’ufficio e ricettazione. Gli unici 2 imputati ad avere chiesto il rito abbreviato sono stati l’ex assessore Gianfranco Ciafrone e l’ex segretario comunale Francesco Motolese, accusati di abuso d’ufficio ed entrambi assolti.

Complessivamente sono 15 gli imputati e 15 anche i capi di imputazione. Il principale quello nei confronti del costruttore Antonino Lugarà, ritenuto responsabile di avere procurato voti nelle elezioni del 2015 al sindaco forzista Edoardo Mazza in cambio della concessione edilizia sull’area della ex storica rimessa per autobus Dell’Orto in via Valassina, destinata a realizzare un centro commerciale.

Di abuso d’ufficio devono rispondere l’ex vicesindaco (dopo essere stato per anni primo cittadino) Giacinto Mariani e l’ex consigliere comunale Stefano Gatti, considerato il “cavallo di Troia“ di Lugarà nell’amministrazione comunale per tenere il costruttore al corrente del procedere dei suoi affari. E anche i funzionari comunali Franco Greco, Mauro Facchinetti, Carlo Santambrogio, Antonella Cazorzi e Biagio Milione.

Tra gli imputati anche il funzionario della Procura di Monza, Giuseppe Carello, in servizio all’ufficio Sdas per lo smistamento delle notizie di reato, accusato di avere informato Lugarà sui nomi dei soggetti iscritti nel registro degli indagati accedendo come dipendente al registro informatico della Procura monzese e il dirigente dell’ufficio esecuzioni del Tribunale di Monza Vincenzo Corso che avrebbe favorito, su richiesta di Lugarà, il rinvio di un procedimento di sfratto a carico dell’ex assessore lombardo Massimo Ponzoni.

Altri ancora però i capi di imputazione aggiunti alla chiusura delle indagini dai pm. A Edoardo Mazza viene contestato anche l’abuso d’ufficio per avere scelto come segretario comunale Motolese su indicazione di Lugarà e Gatti. Lugarà è poi imputato di corruzione per avere messo a disposizione un appartamento al dirigente dell’ufficio tecnico Calogero Grisafi (che è poi morto suicida) in cambio di un suo ‘occhio di riguardo’ in Comune.

All’ex golden boy del Pdl in Brianza Massimo Ponzoni (già condannato per corruzione e bancarotta fraudolenta) e a Lugarà la Procura contesta l’accusa di usura: Ponzoni avrebbe fatto da intermediario al costruttore per un prestito di 100 mila euro.

Un’altra usura è contestata a Angelo Bombara, calabrese 30enne di Cesano Maderno, per un prestito di 57 mila euro alla titolare di un ristorante del posto. Lugarà deve anche rispondere di ricettazione per un’anfora antica trovata nel suo appartamento di Seregno. Accuse tutte negate dagli imputati. Il costruttore calabrese trapiantato in Brianza era stato scarcerato dal Tribunale del riesame di Milano ritenendo non fondati i "gravi indizi di colpevolezza". Il Comune di Seregno si è costituito parte civile al processo per chiedere un risarcimento dei danni, anche all’immagine dell’amministrazione comunale e della città dove il 26 settembre del 2017 gli elicotteri delle forze dell’ordine avevano sorvolato i cieli durante gli arresti, ipotizzando anche legami con la ‘ndrangheta che poi non hanno avuto seguito giudiziario.