Precipitazioni in crescita. Ma non ricaricano le falde

L’abbondanza di pioggia non può lasciar tranquilli se il deflusso è superficiale

Precipitazioni in crescita. Ma non ricaricano le falde

Precipitazioni in crescita. Ma non ricaricano le falde

Precipitazioni in crescita nel 2023 in Lombardia rispetto alla media storica dal 1951 al 2023, seppur con concentrazioni soprattutto in alcune aree. L’analisi arriva dai ricercatori dell’Ispra che, in tempi molto rapidi, sono riusciti ad avere già un quadro dell’anno scorso in termini di precipitazioni. A livello nazionale, le stime del modello Bigbang dell’Ispra dicono che nel 2023 il contribuito alla ricarica degli acquiferi nel Paese è di 53 miliardi di metri cubi, il 19% delle precipitazioni a fronte di una media annua di 22,7% sul lungo periodo (1951–2023).

"In Lombardia – spiega Barbara Lastoria, responsabile della Sezione “Metodologie e standard per l’attuazione delle Direttive Acque e Alluvioni“ in Ispra – nel 2023 abbiamo avuto 27,1 miliardi di metri cubi a fronte di una media di 26,2. Quindi è piovuto più della media, con una distribuzione a livello spaziale soprattutto sulla fascia settentrionale e centrale, motivo per cui ci troviamo nel 2023 una crescita del +3,5%. Nel 2022, invece, c’era stato un calo del 38,3% rispetto alla media storica".

Gli studi di Ispra dicono però che il 23% delle precipitazioni si è trasformato in deflusso superficiale, ovvero pioggia non infiltrata o trattenuta dal suolo, che va quindi a ricaricare le falde, mentre aumenta la quota di evapotraspirazione. Su scala temporale annuale gli studi effettuati dall’Ispra da tempo evidenziano un aumento della frequenza di accadimento di condizioni di siccità estrema e della percentuale del territorio italiano soggetto a tali condizioni. Cosa indicano questi dati? C’è un legame con i cambiamenti climatici? "Il dato quantitativo delle precipitazioni – sottolinea Lastoria – va un po’ inquadrato in un’alternanza che è tipica dei fenomeni idrologici e meteorologici. In questo contesto, nel 2023 c’è stato un piccolo recupero delle precipitazioni. Sappiamo invece che l’estremizzazione di alcuni fenomeni è tipica dei cambiamenti climatici". Nel 2023, ad esempio, la siccità è stata una caratteristica dei primi mesi dell’anno anche nelle regioni del Nord, già colpite dalla grave siccità del 2022.

In attesa di vedere come sarà il 2024, c’è un dato da non sottovalutare: la presenza di pioggia e disponibilità d’acqua non deve lasciar tranquilli. Come sottolineato dall’Istituto per la protezione dell’ambiente, "condizioni di stress idrico possono verificarsi anche in anni non siccitosi e con larga disponibilità di acqua, anche superiore alla norma, a causa del ruolo significativo dei prelievi di acqua dai corpi idrici".

F.P.