Pony 0 e le sue Frecce: "Emozione e orgoglio"

Il tenente colonnello Stefano Vit indossa la tuta blu dal 2012, domenica sorvolerà il cielo dell’Autodromo di Monza in mondovisione

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di Marco Galvani

Pony 0 chiude la radio con i piloti in volo. Dopo le prove di sorvolo i due Mb-339 blu tornano verso la base del 6° Stormo, aeroporto di Ghedi. Da lì domani partiranno le Frecce Tricolori per il ‘passaggio’ sull’autodromo di Monza in mondovisione, davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in tribuna d’onore. Pony 0 è il comandante delle Frecce. Il nome in codice del tenente colonnello Stefano Vit (nella foto).

Indossa la tuta blu dal 2012, prima come pilota titolare e anche nel ruolo di Pony 1, il leader della formazione, da qualche mese come comandante. Prima di entrare nella pattuglia acrobatica era in forza al 132° Gruppo di Istrana (Treviso), pilota di caccia bombardiere ricognitore. Ora fa "il direttore d’orchestra". Controlla quello che succede a terra anche grazie allo speaker delle Frecce e comunica le tempistiche ai piloti in volo per disegnare le geometrie in cielo. "Un sorvolo in formazione con 9 aerei (il solista, ovvero Pony 10 è a terra, ndr) tutti sulla stessa linea è molto complesso", conferma Pony 0. In volo gli aerei sono separati da un paio di metri non di più. E "il volo è tutto manuale, non ci sono strumenti che ti aiutano: occhi ed esperienza. Ci vuole estrema fiducia in ogni componente della squadra". Dietro c’è "un lavoro complesso che viene gestito senza nessuno strumento complesso tranne l’orologio – racconta il tenente colonnello Vit –. Nell’aereo guardiamo altimetro, anemometro per la velocità e indicatore di bussola per un controllo secondario, ma la direzione durante un sorvolo viene impostata guardando i riferimenti al suolo. Per pianificare il sorvolo prendiamo le cartine, le immagini satellitari, elaboriamo la tratta e andiamo a memorizzare tutti i punti di riferimento al suolo che lungo la rotta ci portano al nostro target, che qui è la linea di partenza delle macchine di Formula Uno".

Ogni passaggio dev’essere curato nei minimi dettagli. A terra come in cielo: "È fondamentale che il leader voli lungo una traiettoria il più stabile possibile, senza correzioni, perché anche la minima inclinazione di ali mette in difficoltà i gregari". E tutti devono andare "a una velocità spaccata". Il volo per il Gran premio del centenario parte da Ghedi. Le 9 Frecce raggiungeranno un punto di orbita a circa 4 miglia e mezzo di distanza dalla linea di partenza. "Il punto di orbita è la zona dove gli aerei stazionano in attesa del via, è alla periferia sud-est di Milano, lì i 9 aerei girano in cerchio, con traiettorie sempre più strette, un minuto prima dell’orario desiderato di sorvolo, con la tratta volata a 270 nodi (poco più di 500 kmh). E arriviamo precisi appena finisce l’Inno di Mameli". E da lassù "vedi tutto. Se hai gli occhi buoni vedi pure la gente". Quest’anno lo spettacolo sarà doppio. Le Frecce al loro secondo passaggio si ricongiungeranno alla rotta dell’aereo di linea ITA dedicato a Enzo Ferrari, "quasi come fossimo gregari dell’airbus".

E, come sempre, "sarà una grande emozione. Perché diventare pilota delle Frecce Tricolori non è soltanto il sogno di ogni pilota, che puoi realizzare soltanto con una grande esperienza nei reparti operativi sui caccia, un allenamento continuo e una vita rigorosa. Perché i piloti in volo sono 10 e non ci sono riserve. Ma indossare la tuta blu è una grande responsabilità e un grande orgoglio. Perché rappresenti tutti i tuoi colleghi dell’aeronautica, tutti gli uomini e le donne in divisa e la nostra nazione".