Morena, paziente uno: "Combatto da 10 mesi contro il Covid"

Ha sconfitto la malattia ma gli strascichi sulla salute rimangono: è il long Covid. Come lei altri 12mila

Morena Colombi, operaia alla Intercos di Agrate, paziente uno in Brianza

Morena Colombi, operaia alla Intercos di Agrate, paziente uno in Brianza

Agrate (Monza Brianza), 24 dicembre 2020 - Convive con il virus da dieci mesi: un incubo. Morena Colombi, operaia alla Intercos di Agrate, paziente 1 in Brianza, soffre di long Covid. Come tanti altri malati che hanno sconfitto la polmonite, tutti i giorni è costretta a fare i conti con strascichi che non accennano ad attenuarsi.

«La nebbia mentale, innanzitutto – racconta – incespico nelle parole: penso salame e dico salmone, quando capita continuamente è un problema. Per non parlare di dolori terribili dalla testa ai piedi e di una sequela di guai che condivido con il gruppo che ho fondato per disperazione. Credevo di essere la sola, invece siamo in 12mila". Gli iscritti a “Noi che il Covid l’abbiamo sconfitto“, la pagina facebook aperta dalla 58enne a maggio, descrivono nel dettaglio la sindrome dai tanti segni ineffabili, "ma chiarissimi per chi come noi è costretto a misurarsi con gli esiti dell’infezione. Chiediamo ai ricercatori di studiarci. Chissà quante persone si trovano nelle stesse condizioni e non sanno dove sbattere la testa". Per ottenere un riconoscimento, Morena ha scritto anche al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "La nostra non è ancora una malattia riconosciuta, bisogna rimediare. Il premier mi ha risposto subito. L’ho apprezzato, solo che poi non è successo niente".

Ai negazionisti Colombi dice "di farsi vaccinare. È l’unica strada che abbiamo per venirne fuori. L’infezione segna un prima e un dopo nella vita di chi l’ha attraversata. Sono rientrata al lavoro, ma devo combattere con una stanchezza mai provata prima. Tremo quando in televisione vedo le immagini degli assembramenti, vorrei mettere tutti in guardia e invece molti sottovalutano. Spero che Natale e Capodanno non siamo l’occasione per un liberi tutti di cui pagheremmo presto le conseguenze. Troppi morti, troppo dolore e la crisi economica. Vorrei che se lo ricordassero quelli che non usano la mascherina, quelli che organizzano festini abusivi, quelli che non credono a questa tragedia. Basterebbe che trascorressero un giorno con noi sopravvissuti: cambierebbero subito idea".

Di Morena e del suo gruppo si è occupata anche la stampa americana. "Negli Stati Uniti gli esperti stanno approfondendo la situazione dei guariti, speriamo che succeda anche qui. Noi siamo a disposizione. Non sappiamo se ci lasceremo mai davvero tutto alle spalle, impossibile dimenticare. Ho le famose memorie immunitarie, dal punto di vista clinico è tutto risolto, ma di fatto non è vero".