Ornago, archiviata l'accusa di duplice omicidio: il giorno dopo Paolino Villa muore

Era accusato di avere ucciso la sorella e la nipote

Paolino Villa

Paolino Villa

Ornago (Monza Brianza), 25 Ottobre 2018 - «E' come se avesse aspettato il decreto di archiviazione per lasciare in pace questo mondo dopo la tristissima vicenda in cui è trovato coinvolto». Un amaro commento che viene dall’avvocatessa Cristina Biella, legale che ha seguito le vicende amministrative di Paolo Villa. Il 75enne se ne è andato il giorno dopo l’archiviazione delle accuse di avere ucciso la sorella e la nipote. Una decisione attesa per 8 mesi. Il pensionato, ex assessore ad Ornago e molto conosciuto in paese per la sua attività di volontariato, è morto ieri sera per infarto mentre cenava nella residenza per anziani di Ornago. Invano i soccorritori hanno cercato di rianimarlo. Soltanto da un giorno Paolino, come lo chiamavano parenti e amici, aveva saputo che il Tribunale di Monza l’aveva scagionato ufficialmente dalla pesante accusa di avere ucciso la sorella Amalia di 85 anni e la nipote Marinella Ronco, 52 anni, con cui viveva. Le due donne erano state trovate senza vita il 10 febbraio scorso dopo che il 75enne aveva avuto un malore in un bar. Per il pensionato era scattato il fermo per duplice omicidio volontario. In carcere era rimasto 10 giorni finch<WC>é<WC1> le autopsie avevano evidenziato la morte naturale di madre e figlia. Ma l’uomo aveva dovuto attendere 8 mesi per l’archiviazione.

«Prima l'accusa di duplice omicidio della sorella e della nipote - continua l’avvocatessa  Biella - poi l’accusa è decaduta e ci sono stati i funerali delle parenti, ritardati per le indagini e la burocrazia. Poi ancora la malattia e l’essersi trovato senza le sue uniche parenti dirette». Tanta sofferenza accumulata e un destino crudele che ha voluto che Paolino se ne andasse proprio quando è diventato ufficialmente un uomo innocente, ripulito da accuse e sospetti. Ma la tragedia non chiude questa kafkiana vicenda.

«Ora si apre un altro dramma - sostiene Cristina Biella - Quello dell’eredità per i nipoti che non sono ancora riusciti a fare la successione degli averi di madre e figlia». Ora, con la morte di Paolo Villa, probabilmente la questione si complica ancora di più. Prima di Paolino, la burocrazia si era presa beffa anche di Amalia e di Marinella. A 3 mesi dalla loro morte, le aveva lasciate ancora chiuse in una cella frigorifera dell’istituto di medicina legale. Senza una degna sepoltura. Le autopsie eseguite sui corpi delle due donne avevano già rivelato che madre e figlia erano morte per cause naturali (la madre per infarto e la figlia per una forte emorragia causata da una ferita al piede dovuta al diabete), ma la perizia autoptica, sebbene i termini concessi fossero già scaduti, non era stata ancora consegnata alla Procura di Monza dai consulenti, che attendevano gli esiti di alcuni accertamenti istologici e tossicologici prima di dare l’ok per la restituzione delle salme ai parenti. Soltanto l’ostinazione dell’avvocatessa di Paolo Villa, Maura Traverso e dei cugini del 75enne, insieme all’avvocatessa Cristina Biella, avevano sbloccato la situazione.