Omicidio Vivacqua, assolti dopo 5 anni presunti mandante e intermediario

L'ha deciso la Corte di Assise di Appello di Milano, che ha anche abbassato la pena per gli esecutori materiali del delitto, non ritenendo provata la premeditazione

Il luogo del delitto

Il luogo del delitto

Desio (Monza), 19 Febbraio 2021 - La Corte di Assise di Appello di Milano ha assolto, a nove anni dall'omicidio e dopo cinque anni di processi, i presunti mandante ed intermediario per la morte di Paolo Vivacqua, il rottamaio siciliano ammazzato il 14 novembre 2011 con 7 colpi di pistola nel suo ufficio di Desio. Diego Barba e Salvino La Rocca erano stati condannati a 23 anni di reclusione ciascuno nel 2015 dalla Corte di Assise di Monza, che aveva inflitto l'ergastolo ad Antonino Giarrana e Antonino Radaelli, ritenuti gli esecutori materiali del delitto e già in carcere per il successivo omicidio della consuocera di Vivacqua, Franca Lojacono, accoltellata alla gola in auto nel box della sua abitazione per farsi dire dove Vivacqua teneva i 5 milioni di euro in contanti ottenuti dalla vendita di alcuni terreni.

Per loro ora i giudici milanesi hanno abbassato la condanna dall'ergastolo a 25 anni di carcere non riconoscendo l'aggravante della premeditazione nell'omicidio dell'imprenditore. Questo è il terzo giudizio di appello e il sesto giudizio complessivo sul delitto. Le assoluzioni cancellano il diritto ad ottenere un risarcimento dei danni per le parti civili, la convivente di Vivacqua, da cui ha avuto un figlio, e i tre figli del rottamaio. Ora la Procura potrà ancora ricorrere davanti alla Cassazione, ma se la sentenza dovesse diventare definitiva, i due assolti potrebbero presentare una causa allo Stato per ingiusta detenzione in carcere.