Brugherio, interrogatorio di garanzia per il marito omicida

È accusato di avere strangolato la moglie Rosalba Rocca, 86 anni Ma il suo avvocato ha posto dei dubbi: la sua non è stata una vera confessione

Le fasi dell’arresto del presunto omicida di Brugherio

Le fasi dell’arresto del presunto omicida di Brugherio

Brugherio (Monza e Brianza), 10 agosto 2020 - È fissato per  domani l’interrogatorio di garanzia di Giuliano Luigi Bonicalzi, il pensionato di ottant’anni arrestato venerdì scorso per l’omicidio della moglie, l’ottantaseienne Rosalba Teresa Rocca.

All’interrogatorio di garanzia, davanti al giudice per le indagini preliminari Federica Centonze, assisteranno ovviamente anche il pubblico ministero, Michele Trianni, che aveva chiesto l’ordinanza di custodia cautelare per il presunto omicida, e l’avvocato difensore del principale e unico indagato, Ivano Domenico Serlenga, del Foro di Milano.

I fatti. Tutto risale allo scorso 4 agosto, quando alle 6.30 del mattino l’anziano telefona alla nipote per chiedere aiuto. Racconta che la nonna ha avuto un malore ed è caduta, senza più riprendere conoscenza.

Gli operatori sanitari dell’ospedale di Vimercate, dove l’anziana viene portata in di vita, notano però qualcosa che non torna. Attorno al collo della donna ci sarebbero segni equivoci da strangolamento. Le indagini condotte su richiesta della Procura di Monza dai carabinieri della Stazione di Brugherio ricostruiscono lo scenario in cui sarebbero avvenuti i fatti.

Fino a quando - dicono gli inquirenti - l’anziano confessa di aver strangolato lui la moglie. O meglio, di averle stretto le mani al colllo, forse in un impeto di rabbia, ma di aver smesso siubito dopo, vegliandola per tutta la notte nella speranza che la moglie si riprendesse. Solo all’paba, visto il perdurare della situazione, avrebbe chiesto aiuto inscenando un finto malore. Di qui l’arresto del pensionato, che deve rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato. 

Ma le cose potrebbero non essere così semplici. L’avvocato difensore dell’ottantenne l’altro giorno ha voluto precisare che il suo cliente non ha mai reso una confessione, ma si sarebbe limitato a collaborare per definire i fatti accaduti nella sua villetta di via Caduti del Lavoro, alla periferia di Brugherio. E ha posto qualche dubbio sulla ricostruzione della vicenda. L’ottantaseienne era gravemente malata da tempo, affetta da una malattia degenerativa che l’aveva costretta su una sedia a rotelle e che aveva inciso forse anche sulla sua lucidità mentale.

Il marito, che la accudiva da sempre, potrebbe essere incorso in un “eccesso di frustrazione” e aver stretto le mani attorno al suo collo per qualche secondo, senza però provocare la sua morte, nella quale era incorsa dopo tre giorni di agonia nell’ospedale di Vimercate. L’interrogatorio di garanzia previsto per oggi potrebbe chiarire meglio la posizione dell’ottantenne.