Bovisio Masciago, l'orrore dell'omicidio in un video su WhatsApp

Immagini che non lasciano scampo all'immaginazione

Omicidio Bovisio Masciago, un frame del video

Omicidio Bovisio Masciago, un frame del video

Seveso (Monza Brianza), 24 aprile 2018 - Da qualche giorno sta facendo il giro sugli smartphone di un nutrito numero di cittadini residenti a Bovisio Masciago. Si tratta del video che mostra le riprese delle telecamere puntate in corso Italia, poco prima del semaforo verso Binzago, teatro dell’omicidio di Valeria Bufo, la donna di 56 anni uccisa dal marito Giorgio Truzzi, giovedì scorso intorno alle 13.

Un video che non lascia scampo all’immaginazione: l’Alfa Romeo Giulietta nera, con a bordo Valeria Bufo rallenta e si ferma al semaforo. Davanti a lei un’altra vettura. Dietro invece la Smart bianca del marito. Lui, in giacca e cravatta, scende dall’auto e corre verso la vettura con a bordo la moglie, mentre estrae dalla tasca della giacca la pistola. Poi apre la portiera si abbassa verso l’interno dell’abitacolo e dal video si sente distintamente il primo colpo sparato. L’uomo sembra agitato e infastidito dalla portiera che non resta aperta e che chiudendosi lo colpisce ripetutamente sulla schiena, impedendogli di agire liberamente. Pur essendo nitide, le immagini, non si riesce a capire cosa accada dopo il primo proiettile: probabilmente sta perpetrando la sua follia omicida sparando altri colpi, non più chinato verso l’interno dell’auto, ma in piedi di fianco al sedile del passeggero. Fa per allontanarsi ma torna indietro. La sequenza mostra un totale di 60 secondi, un minuto esatto per sparare cinque colpi e uccidere la moglie.

Prima di risalire in macchina però si guarda intorno e vede arrivare un giovane, probabilmente il primo soccorritore. Con la pistola nella mano destra, incurante di essere visto, risale in macchina e riparte. Il giovane a quel punto si avvicina alla Giulietta e guarda dentro la vettura toccando probabilmente Valeria per capirne le condizioni per poi allontanarsi a chiamare i soccorsi. Sulla scena arriva un altro uomo e poi altri ancora, forse dei passanti lungo il marciapiede. Le immagini del video diventano sempre più veloci, tanto che in 2 minuti e 18 secondi si vedono i soccorritori del 118 che stendono la donna a terra, ma anche i Carabinieri e gli agenti della Polizia locale che tirano i primi nastri per impedire di contaminare la scena. Il video forse del sistema di sicurezza di una ditta vicina, era già sui social neppure 24 ore dopo il delitto, ripreso e girato su Whatsapp, condiviso e commentato via via anche dai ragazzini che lo esibivano agli amici quasi come un trofeo, ipnotizzati dalla realtà della morte in diretta.

Secondo alcune  testimonianze, sembra che la donna impaurita dalle pressioni e dalle parole del marito che aveva lasciato da poco più di due settimane insieme alla figlia di 17 anni per andare a stare dalla sorella, convinta dai familiari, si sarebbe decisa a cambiare abitudini: all’uscita dell’ufficio, invece che recarsi in stazione a prendere la figlia, tornava a casa dalla sorella, mentre il cognato recuperava la ragazza al rientro da scuola. Forse un presagio, forse erano già arrivate delle minacce. Giovedì invece, con l’auto prestata dal nipote, Valeria Bufo, non è mai arrivata in stazione a prendere la figlia: cinque colpi sparati dall’uomo che una volta amava in un minuto di agghiacciante terrore le hanno tolto la vita.