Incidente in moto in Toscana, muore 32enne di Lissone: dolore e choc per Cristian

Lo sgomento di amici e familiari di Cristian Leone. Il giovane brianzolo faceva lo skipper a Maiorca

Cristian Leone

Cristian Leone

Lissone (Monza Brianza), 13 gennaio 2020 - Nella sua foto principale su Facebook è al timone di una barca, binocolo in mano, scruta l’orizzonte, forse sognando orizzonti sempre più lontani e meravigliosi. I suoi sogni, però, sono naufragati improvvisamente sabato sera, a causa di un incidente in moto. Cristian Leone è morto così, a soli 32 anni. Lasciando nelle lacrime e nello sgomento la sua famiglia, divisa tra Lissone, dove ha vissuto e anche lavorato a lungo, e San Vincenzo, in Toscana, dove è avvenuto il drammatico schianto

E dove era arrivato per trascorrere il weekend insieme alla madre, visto che ormai la sua quotidianità lavorativa era lontano dall’Italia, a Maiorca. Dove faceva lo skipper. L’incidente è avvenuto intorno alle 19, in via del Castelluccio, la strada che da San Vincenzo conduce a San Carlo. Da una prima ricostruzione dei fatti, sembra che il giovane abbia fatto tutto da solo. Per cause ancora da chiarire: una distrazione, la velocità, un guasto o un ostacolo improvviso. Chissà. Di certo, al momento, c’è la moto che sbanda, l’uscita di strada e la rovinosa caduta. Inutili, purtroppo, tutti i soccorsi. Due ambulanze del 118, una delle Croce rossa di San Vincenzo e una della Croce Rossa di Venturina, si sono mobilitate immediatamente. Ma è stato tutto vano. Il ragazzo sarebbe morto sul colpo e dopo un po’ i medici hanno dovuto alzare bandiera bianca. Secondo una prima ipotesi, al vaglio degli inquirenti, il giovane alla guida della moto avrebbe perso il controllo del mezzo in prossimità di un dosso, ma solo nei prossimi giorni se ne saprà qualcosa in più.

In quel tratto la strada è piuttosto stretta e in pendenza, ma bisognerà capire che cosa è successo per provocare l’incidente. Ci sta lavorando alacremente la polizia locale, che ha effettuato tutti i rilievi del caso ed è a caccia di testimonianze da parte di persone in transito in quel momento. Anche se non servirà per riportare Cristian in vita né basterà per lenire il dolore di famigliari e amici, arrivati sul posto del sinistro per il riconoscimento. «Era un ragazzo veramente in gamba, con la testa sulle spalle, che aveva sempre lavorato», lo ricorda così chi lo conosceva bene. A Lissone era cresciuto e aveva ancora tanti amici e conoscenti. Aveva fatto il tipografo e poi diversi lavoretti stagionali. A un certo punto la decisione di provare l’avventura in Australia, dove aveva proseguito con l’attività di tipografo, mentre il fratello William ha scelto la Nuova Zelanda. Poi il rientro e la decisione di fare “vita di mare”: da qualche tempo, dopo essersi formato, era diventato skipper. Si era trasferito a Maiorca e aveva iniziato a lavorare su una nave. Spesso, però, tornava in Italia, per trovare la mamma in provincia di Livorno o il papà, qui a Lissone. E ogni volta era una festa, per chi poteva rivedere e riabbracciare un giovane volenteroso, pieno di vita. Una festa trasformatasi in tragedia, per lo sconforto di tutti coloro che gli volevano bene e adesso attendono solo di poterlo salutare per l’ultima volta come merita, durante il funerale.