Coronavirus, casa Famiglia di Busnago: 24 morti in un mese

Tampone effettuato e virus accertato solo per tre ospiti della Rsa di Busnago deceduti in ospedale

La benedizione del cimitero del comune di Busnago e delle vittime del Covid-19

La benedizione del cimitero del comune di Busnago e delle vittime del Covid-19

Busnago (Monza e Brianza), 20 aprile 2020 - Ventiquattro ospiti scomparsi nell’ultimo mese nella Casa famiglia di Busnago, rsa che accoglie 90 anziani sufficienti e non auto-sufficienti. Una crescita esponenziale di morti, come è avvenuto anche nelle altre strutture lombarde. Solo per tre residenti, deceduti in ospedale, e già affetti, come gli altri, da pluripatologie, è stato possibile accertare anche la presenza di Covid-19 mediante i tamponi. Agli altri anziani , che sono venuti a mancare nella Casa famiglia, tutti con età di circa 90 anni, come prevedono le procedure nazionali non è stata fatta la verifica post mortem del tampone. Non si saprà mai se sono morti di coronavirus. Per individuare possibili contagi, la cooperativa che gestisce la Casa ha richiesto, a suo totale carico, la presenza di una task force a un’azienda specializzata in medicina d’urgenza (BSO srl) che ha sottoposto i residenti al test rapido sierologico per la ricerca degli anticorpi IgM/Igg 2019 n-COV:

"Abbiamo eseguito i test il 6 e 7 aprile nonostante le difficoltà nel reperire tali dispositivi", dicono dalla struttura di via Gramsci. Il risultato è che 8 persone, con sintomi respiratori, sono risultate positive al test più altri 39 asintomatici. Il test sierologico ha però un 30% di incertezza sul risultato. La certezza del reale numero dei contagi potrà darla solo il tampone rino-faringeo". Il 7 aprile sono stati consegnati i primi 17 tamponi per gli ospiti e verranno eseguiti non appena il laboratorio analisi indicato da Ats fisserà l’appuntamento. La direzione della Casa ha inoltre richiesto altri 30 tamponi ed è in attesa di una risposta. I test interni hanno consentito di adeguare le aree protette. Sono 4 i medici operanti, l’équipe medica è stata rafforzata con l’assunzione di 2 nuovi medici e il supporto del personale della BSO. È stato potenziato il laboratorio medico e fornite attrezzature per l’esecuzione di esami ematici verificabili in tempo reale. È arrivato anche uno strumento per la misurazione di emogas.

Già il 22 ottobre sono state attivate le misure di prevenzione. La Casa, del gruppo Sodalitis, è stata chiusa ai volontari e ai familiari, che hanno potuto continuare e vedere i loro cari con la chiamata assistita. Adottate tutte le misure anti-contagio e aperto uno sportello d’ascolto tenuto da uno psicologo. Il momento è drammatico e angoscia i familiari degli ospiti e gli operatori: "Siamo ben consapevoli della delicatezza della situazione e condividiamo ansie e preoccupazioni. Assicuriamo il nostro impegno e la nostra serietà nel voler affrontare con scrupolosa attenzione le circostanze dei prossimi giorni", fa sapere la direzione.