Mezzago, Flowserve Valbart licenzia 60 lavoratori

La multinazionale che opera nel settore petrolifero Oil&Gas ha annunciato il taglio di gran parte dei 175 dipendenti

Adriana Geppert della Fiom Cgil Monza e Brianza

Adriana Geppert della Fiom Cgil Monza e Brianza

Mezzago (Monza Brianza), 29 gennaio 2020 - Tagli occupazionali alla Flowserve Valbart. La multinazionale che opera nel settore petrolifero, Oil&Gas, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per 60 lavoratori su 175 dipendenti. Forte la preoccupazione e la rabbia nelle due ore di sciopero con assemblee che si sono tenuti ieri nella fabbrica di valvole a sfera. 

L’azienda ha registrato negli ultimi anni una forte contrazione del fatturato e degli ordinativi, legati alla crisi del prezzo del petrolio, alla mancata diversificazione e alla poca marginalità sulla vendita dei sui prodotti, che hanno fatto registrare negli ultimi due anni una perdita operativa di quasi 10 milioni di euro. I licenziamenti sono però un fulmine a ciel sereno per i 175 lavoratori e lavoratrici dell’azienda di Mezzago. "Negli incontri che si sono svolti nel corso del 2019, mai ha evidenziato problemi di saturazione produttiva - spiega Adriana Geppert della Fiom Cgil Monza e Brianza – anzi l’azienda ha continuato ad assumere personale anche nel corso del 2019. Solo alla fine dell’anno scorso ha manifestato, durante un incontro sindacale, preoccupazioni e difficoltà sull’andamento economico aziendale e criticità sui costi, ma sicuramente non ci aspettavamo una situazione dei conti così drammatica". Flowserve Srl ha sede legale Cormano e stabilimenti operativi a Marcianise, Piacenza, Augusta, oltre a Mezzago.

La riduzione del personale riguarda però sono la fabbrica brianzola, in via delle Industrie. "Ora - dicono i sindacati - il prezzo di una gestione inadeguata portata avanti da anni lo devono pagare le lavoratrici e lavoratori". "La Fiom non accetterà mai un piano di licenziamenti e la perdita di decine posti di lavoro - manda a dire Geppert - L’utilizzo degli ammortizzatori sociali e della cassa integrazione, sono strumenti utili che l’azienda deve utilizzare per la definizione di un piano di riorganizzazione industriale che punti alla salvaguardia dei posti di lavoro e al rilancio delle attività del gruppo. Non possiamo permetterci che ancora una volta una multinazionale decida di tagliare posti di lavoro nel nostro territorio e abbandonare attività nel nostro paese, lasciando decine di famiglie in mezzo ad una strada". Venerdì è in programma un incontro in Assolombarda, chiesto dalla Fiom dopo l’apertura della procedura di licenziamento collettivo. La Fiom non esclude nessuna forma di mobilitazione, a partire dal coinvolgimento delle istituzioni locali, regionali e nazionali "per trovare una soluzione alla drammatica vertenza industriale ed occupazionale".