Libero percorso primario alla scoperta del mondo

Non ci sono interrogazioni voti o libri di testo. A fine anno solo un test. di idoneità sulle competenze

di Alessandro Crisafulli

Non è una scuola vera e propria ma un “Libero Percorso Primario“. A metà strada tra la scuola tradizionale e l’educazione parentale, dove il bambino viene portato alla scoperta del “mondo“ a casa o in mezzo alla natura. La scuola - intesa come struttura - c’è, ma cambia tutto, o quasi, il resto: non ci sono interrogazioni, nè verifiche; non ci sono voti nè libri di testo; non ci sono orari vincolanti nè steccati tra insegnanti e genitori, con questi ultimi che possono collaborare nella proposta e nel percorso formativo. Insomma, una rivoluzione copernicana. Che, complice la pandemia, sta avendo un boom. Possono testimoniarlo Alessandra Casati e Ilaria Beretta, “plurimamme“ di Lissone, titolari di Pianeta Lingue. Una realtà consolidata da 20 anni in zona, per i corsi di lingue, le traduzioni e per il percorso infanzia bilingue dai 3 ai 6 anni. Ma che, da settembre 2021 ha lanciato il nuovo progetto, unico sul territorio: "Un percorso dedicato ai bambini dai 6 ai 10 anni pensato per offrire in primis una continuità didattica alle famiglie del nostro percorso infanzia bilingue – spiegano le due ideatrici – ma anche per dare una scelta libera, diversa e alternativa all’istruzione tradizionale dei propri figli". Il percorso è cosiddetto non paritario, abbraccia la realtà parentale ed è personalizzato per ogni bambino, attento ai tempi e alle predisposizioni di ciascuno di loro, grazie anche al numero chiuso e all’attenzione degli educatori e della direzione. "Non si utilizzano voti, verifiche o interrogazioni, bensì si osserva attentamente il bambino – raccontano Alessandra e Ilaria -–si scelgono gli strumenti adeguati per sostenerlo nella sua esperienza di apprendimento, riportando nel dettaglio i traguardi raggiunti o le eventuali difficoltà". La metodologia didattica utilizzata, un riadattamento di quella diffusa soprattutto nel Nord Europa, è quella della ‘flipped classroom’ per cui l’interazione principale avviene tra i bambini che espongono le loro conoscenze, si confrontano e condividono il loro sapere con i compagni e i docenti. L’insegnante è colui che conduce il proprio gruppo classe, lo guida, lo sostiene e ne intreccia i saperi.

"Le attività teoriche si alternano alle attività laboratoriali e questo consente ai bambini di imparare dall’esperienza diretta – sottolineano Ilaria e Alessandra –. Le famiglie possono intervenire sviluppando laboratori a tema". A fine anno, poi, gli alunni devono tenere un esame di idoneità, per verificare le competenze richieste dal Miur. "Quest’anno alla Primaria abbiamo 17 avuto bambini e abbiamo già tante richieste per il prossimo anno – spiegano le due ideatrici –. Durante il lockdown, con 3 figli ciascuno, ci siamo trovate in un vortice insostenibile di lezioni online, compiti da scaricare e quant’altro. E sono sempre più le mamme insoddisfatte della scuola tradizionale che ci cercano".