"Lampioni vecchi e fuori uso, il sindaco si muova"

Il rinnovo dei punti luce è legato a un maxiappalto da oltre 45 milioni bloccato dai ricorsi amministrativi

Si riaccende la polemica sui lampioni. "Quelli vecchi o fuori uso sono un pericolo per la sicurezza, mentre quelli accesi sono inquinanti. E bisognerebbe intervenire anche per far risparmiare i cittadini". L’associazione MonzAttiva raccoglie le segnalazioni di vie e quartieri al buio e "di lampioni che restano accesi anche di giorno". Eppure, "nonostante sui social in molti si lamentano nessuno interviene – denuncia Carlo Abbà –. Luce vuole dire sicurezza, sia per l’utenza debole della strada sia per chi si trova a passare in alcuni punti della città. Peraltro la sicurezza è un tema tanto caro a questa Giunta che lo ha sbandierato dal primo giorno di campagna elettorale, ma che evidentemente da oltre quattro anni si dimentica di mettere in pratica i fatti".

Il riferimento è al maxiappalto da oltre 45 milioni di euro a cui è legato non soltanto il rinnovo degli oltre 12mila lampioni presenti in città, ma anche un pacchetto di investimenti in tecnologie, impianti e servizi innovativi (creare 24 aree di WiFi pubblico e una rete dedicata per i 57 edifici comunali, le 68 scuole cittadine, le 13 sedi delle biblioteche e la videosorveglianza con 93 nuove telecamere) per i prossimi 20 anni, fermo però nelle aule della giustizia amministrativa per una serie di ricorsi sull’assegnazione del bando.

"Dal suo insediamento il sindaco non ha ancora affrontato la pratica – sostiene Abbà -. Quel progetto, già approvato, prevede la sostituzione dei pali e delle lampade con il conseguente miglioramento energetico, peccato che sia tutto fermo. Eppure una via illuminata è un deterrente forte per azioni di microcriminalità".

"Il problema sull’illuminazione pubblica è generalizzato, non è focalizzato su un’unica area – continua Maria Chiara Pozzi, consigliere di minoranza con la lista civica Monza per Scanagatti sindaco, oltre che esponente di MonzAttiva –. Pedoni e ciclisti si lamentano per la pericolosità della situazione. Personalmente ho raccolto decine di queste segnalazioni, che riguardano diversi quartieri. E da quello che mi dicono i cittadini, quando viene fatta una segnalazione passa parecchio tempo prima che le squadre di manutenzione intervengano. Per non parlare del fatto che i lampioni pubblici usano la vecchia tecnologia a vapori di sodio che non solo inquina, ma è anche più dispendiosa dal punto di vista dei consumi e dei costi. Con una rete di lampioni a led, si potrebbe arrivare a un risparmio medio del 70 per cento".

Ma il Comune, per rendere operativo il piano di svecchiamento dei lampioni (avviato nel 2016 e non ancora partito) deve necessariamente aspettare i tempi della giustizia.

M. Galv.