Lombarda Petroli, rischio fallimento del...fallimento

Il Comune chiude la porta al residenziale per il terziario, ma per i curatori sarà difficile vendere e recuperare i soldi dei creditori

La Lombarda Petroli

La Lombarda Petroli

Monza, 8 dicembre 2018 - A quasi 9 anni allo scempio ambientale, è polemica sul futuro dell’area dell’ex Lombarda Petroli in vista del nuovo Pgt che deve ridisegnare il territorio di Villasanta. Oltre 300mila metri quadrati, un undicesimo della cittadina.

Da un lato c’è l’ex raffineria salita alla ribalta delle cronache nazionali per lo sversamento, nella notte del 22 febbraio 2010, di quasi 3 mila tonnellate di gasolio e oli combustibili che dal fiume Lambro finirono fino al delta del Po. Lombarda Petroli è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Monza nel novembre del 2017 ed è stata fissata per giugno 2019 l’ultima adunanza dei creditori.  Dall'altro lato c’è quella che fu denominata Ecocity, il terreno dell’Immobiliare Villasanta di Addamiano Group che ha realizzato parte della bonifica del suolo e parte dei capannoni industriali prima di chiudere i battenti. Il Comune è ora chiamato a ripensare al futuro di quest’area in vista del nuovo Piano di governo del territorio da varare la prossima primavera e intende dividere le due aree riducendo i volumi e chiudendo la porta al residenziale. Una prevision a cui si oppone la curatela del fallimento di Lombarda Petroli, che ha presentato le sue osservazioni all’amministrazione comunale.

«Il mantenimento di questa limitata possibilità edificatoria del Pgt di 50 mila metri quadrati di superficie coperta e di superficie lorda di pavimento, priva di motivazione urbanistica, priva di analisi di sostenibilità ambientale necessaria in fase di Valutazione Ambientale Strategica e frutto di evidente errore tecnico urbanistico condurrà l’area di Lombarda Petroli ad uno stallo di invendibilità permanente, non consentendo ingiustamente il regolare prosieguo delle attività di liquidazione del fallimento», si legge nelle osservazioni presentate dalla curatrice fallimentare nominata dal Tribunale di Monza, Elisabetta Brugnoni. «Il piano regolatore di Villasanta prevedeva possibilità edificatorie di un certo rilievo per realizzare un complesso residenziale adeguato a coprire i costi della bonifica - spiega la curatrice - Ora il residenziale è stato sostituito da terziario, logistico e ricettizio che fa prevedere una resa economica inferiore ai costi della bonifica, che ammontano a milioni di euro, quindi è prevedibile che quest’area non riusciremo a venderla a prezzi congrui per soddisfare i creditori, tra cui anche lo stesso Comune di Villasanta. Senza il residenziale vengono a mancare le infrastrutture a favore dei cittadini e anche i costi della bonifica rischiano di ricadere sulla collettività».

A puntare il dito sul rischio di un «fallimento del fallimento» è il legale della curatela, l’avvocato Umberto Grella, secondo cui, se il Comune proseguirà per la sua strada, si aprirà lo scenario di un ricorso al Tar e di una richiesta di risarcimento dei danni. Dal canto suo, il sindaco di Villasanta Luca Ornago spiega che il Comune «ha tempo fino all’approvazione del Pgt per controdedurre alle osservazioni» e che «la discussione avverrà nelle sedute della Commissione territorio che sono pubbliche e in Consiglio comunale». Ma difende la scelta della Giunta. «Non siamo in conflitto con nessuno, ma per noi non è più quella residenziale la vocazione di quell’area, bensì quella industriale, ma più moderna, aperta al terziario e al logistico, in una zona che ha già molte aziende presenti. Dal masterplan del 2004 le esigenze sono cambiate. Lombarda Petroli doveva intervenire con la bonifica ed è fallita. Un’unica area da 305 mila metri quadrati ora risulta impossibile da fare partire, quindi l’abbiamo divisa in due lotti. Siamo preoccupati più del problema ambientale che di quello urbanistico per il peso dello smantellamento e della bonifica».