La nuova sfida. L’opera va avanti ma il Comune vuole la galleria

Il Consiglio ieri si è ricompattato nell’obiettivo di ridurre i danni. L’ipotesi: interrare i 70 metri previsti in trincea aperta su via Gentili.

La nuova sfida. L’opera va avanti ma il Comune  vuole la galleria

La nuova sfida. L’opera va avanti ma il Comune vuole la galleria

Lo svincolo autostradale di Serravalle tra la A4-A52 e la SS36 si farà, in un arco di tempo di almeno quattro anni (con inizio del cantiere tra due), ma è ancora viva la speranza che i 70 metri in trincea aperta previsti su via Gentili (a San Rocco), possano diventare in galleria - e quindi al coperto - grazie al ricorso alla Via (Valutazione impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente, e in seguito alla conferenza dei servizi, dove potranno essere presentate ufficialmente (e riconosciute) le richieste di modifica progettuale da parte del Comune e dei comitati.

Ballano 5-6 milioni di euro per la modifica progettuale, ma il Consiglio comunale - a questo punto unito - conta di poter arrivare all’obiettivo. Per la prima volta ieri l’annosa questione è approdata in aula consiliare, alla presenza dei tecnici di Serravalle, di un nutrito numero di residenti e di diversi comitati ambientalisti. In aula i cittadini hanno ascoltato mantenendo quasi sempre il silenzio, protestando solo simbolicamente con un mascherina indossata in viso recante la scritta “Non possiamo respirare e non possiamo parlare“, durante l’intervento al microfono del sindaco Paolo Pilotto. Il progetto attuale prevede un tratto approssimativo di circa 400 metri in galleria, 70 metri di trincea aperta - in prossimità delle scuole media, elementare e d’infanzia, di una palestra e di un campo da calcio - e un tratto finale di 40 metri sotto la ferrovia. Lo scavo lungo via Gentili, dal civico 2 al 16, è a circa un metro dalla recinzione delle case. I residenti temono per la stabilità dei loro fabbricati, per l’inquinamento del pozzo d’acqua potabile nel sottosuolo, per la viabilità della zona durante il cantiere e soprattutto per la loro salute quando lo svincolo diventerà aperto al traffico e pertanto soggetto ad inquinamento atmosferico. L’opera poi, dal costo di almeno 40 milioni di euro, non riuscirà mai ad essere pronta per le Olimpiadi 2026 per le quali era prevista. La sua utilità sarebbe quella di velocizzare di 9 minuti il tempo di percorrenza di chi dalla barriera della A4 deve immettersi sulla SS36.

Il direttore tecnico di Serravalle Giuseppe Colombo ha spiegato che è stata la società stessa a proporre a Regione l’intervento, con l’obiettivo di fluidificare il traffico, soprattutto in previsione di un aumento dello stesso da qui in futuro. "Ogni giorno 120mila veicoli transitano in quel punto", ha precisato il tecnico. Successivamente in aula il dibattito politico si è fatto acceso. La minoranza ha rimproverato alla Giunta di non aver portato la questione mai in Consiglio e di aver dato parere favorevole al progetto lo scorso 15 aprile ’23, con una delibera. Il sindaco Pilotto ha risposto che il "sì" era in realtà un "sì, ma", cioè a determinate condizioni, che poi la Giunta si è impegnata a far rispettare ottenendo l’eliminazione dello svincolo di Casignolo, e chiedendo a Monza Mobilità di verificare la possibilità di fare i 70 metri di trincea in galleria, per poi, infine, appellarsi alla Via per ottenere questa soluzione. Il consigliere ed ex sindaco Dario Allevi - insieme al resto della minoranza - ha rimproverato la scelta di dare il via libera iniziale senza prima ottenere le condizioni richieste, ma alla fine ha aperto alla collaborazione col sindaco e con la Giunta, accogliendo il suo invito. Allevi ha sottolineato come dall’analisi del ministero dell’Ambiente, "si evince che 125.390 residenti all’interno del dominio otterranno un beneficio dall’opera, ma una minoranza composta da 5.600 persone “sarà soggetta a un potenziale incremento di rischio inalatorio di tipo cancerogeno“: cosa assolutamente inaccettabile".