In vetrina l’Ultima Cena rivisitata

L’omaggio artistico di Monica Catto alla mostra internazionale “Leonardo a Milano“

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di Alessandro Crisafulli

Lo aveva promesso, con grande coraggio artistico, e lo ha fatto. Riprodurre l’Ultima Cena. Non per mettersi all’altezza di Leonardo, e ci mancherebbe, ma per omaggiarlo, a 570 anni dalla sua nascita. Lo ha fatto in maniera mirabile, tanto da meritarsi la vetrina internazionale della mostra "Leonardo a Milano" che si terrà dal 9 al 23 aprile presso la meravigliosa location del Bar Cantun, a due passi dal Cenacolo Vinciano, sotto la regìa di BM Srl e la Virtual Art Workshop Social Group. E’ in quella occasione che Monica Catto, artista desiana in grande ascesa nel panorama nazionale, presenterà per la prima volta al pubblico la sua reinterpretazione dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, uno dei capolavori assoluti della storia dell’arte. Un’opera che sta terminando proprio in questi giorni. "Nel 2019 mi sono ritrovata faccia a faccia con il Cenacolo e l’ho amato sin da subito – racconta l’artista –. L’ho visto e rivisto tante volte scrutandolo da tutte le angolazioni cercando di spiare nella mia mente Leonardo mentre lo stava creando. E’ nato così in me il desiderio di riproporre questo evento sacro. Ho sentito la necessità di avvicinarmi al pensiero di Leonardo, di ripercorrere le fasi di realizzazione del dipinto e di interrogarmi sui suoi misteri".

Un lavoro certosino di studio e indagine, che poi si è concretizzato nelle sue "carezze" sulla tela, di 120 per 80 centimetri. "Ho lavorato a fasi alterne al dipinto per circa un anno – spiega – con l’obiettivo di cristallizzare la mia visione, cercando di cogliere i ‘moti dell’animo’ e la condizione psicologica degli apostoli in quel momento, senza compromettere l’unità scenica dell’insieme della scena. Mi sono cimentata in una tecnica sperimentale, lavorando la tela con pigmenti, colori ad olio e cera fredda al fine di rendere più vividi i colori, soffermandomi su tutti i suoi dettagli". Monica Catto ha esposto e vinto premi in vari Paesi, ha visto i suoi dipinti accanto artisti celebri come Dalì, e ha già affascinato pubblico e critica con la sua rivisitazioni della Monna Lisa, ora in esposizione permanente alla Mostra di Leonardo da Vinci alla Chiesa di San Barnaba a Venezia. "Ho mantenuto la prospettiva lineare modificando la luce del Refettorio e del tavolo di Cristo rendendola più scura e tetra. Ho cercato di esprimere tutta la forza del Cristo, ma anche le paure degli apostoli e forse l’incomprensione per quello che sarebbe successo. Ho cercato di riprodurre fedelmente la gestualità. Ci ho messo tutta la mia passione e impegno – conclude – ho trascorso giornate a ritrovarmi a dipingere dalla mattina presto alla sera, estraniandomi da tutto il resto, immersa in una dimensione pittorica nuova: un’ondata di stupore e disordine".