Imparare l’italiano a scuola salva dalle trappole del web

Il liceo Banfi di Vimercate è capofila dello studio nazionale sul “Benessere digitale“. Più aumenta l’istruzione (e l’età) più cresce la capacità critica sui contenuti online

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di Barbara Calderola

L’azione di prevenzione del cyberbullismo ha aiutato gli adolescenti a instaurare relazioni corrette su internet, ma il senso critico sui contenuti scovati in rete ancora scarseggia. O meglio, si affina avvicinandosi al diploma, cioè fra i più grandi, mentre all’avvio delle superiori zoppica. Sono i dati che emergono dalla prima ricerca nazionale sul rapporto fra “Benessere digitale e scuole“, capofila il liceo Banfi di Vimercate. I brianzoli hanno guidato il campione di 1.222 studenti sparsi in otto regioni. Lo studio è firmato dalla Bicocca, da Fastweb e da una rete di istituti, con l’obiettivo di "misurare le nuove competenze delle quali si parla molto – dice la preside Daniela Canavero –. Abbiamo contribuito a mettere a punto un test oggettivo che aiuterà tutti i ragazzi del Paese". A idearlo, un team di specialisti dell’università milanese guidati da Marco Gui, docente di Sociologia dei media. Si tratta di 32 domande a risposta multipla basate sull’analisi di schermate di pagine web, immagini, applicazioni, o situazioni realistiche.

Sui risultati non ci sono dubbi: "Il campione raggiunge un punteggio medio soddisfacente con 71 su 100 – spiega il professore – C’è un divario significativo tra diverse fasce di età, con un evidente balzo in avanti delle abilità online nelle quarte e nelle quinte superiori (81 punti), rispetto agli alunni in uscita dalle medie (63)". A fare la differenza semmai è il voto in italiano: più è alto, più aumenta la capacità di quella che gli esperti chiamano “Information e liberacy“, cioè la la comprensione dei contenuti. Ma c’è un’altra condizione che la migliora e cioè "il grado di istruzione dei genitori, dove il distacco tra i figli di diplomati e laureati da quelli con mamma e papà usciti dal professionale biennale o triennale, è di ben 8,2 punti percentuali (64,2 contro 56)". Il voto in matematica invece è ininfluente.

"La verifica è il frutto di anni di ricerca nel campo arricchito da scambi con specialisti di caratura internazionale e dalla stretta collaborazione con Fastweb – sottolinea Gui –. Il lavoro con le scuole della rete ci ha infine permesso di validare questo strumento su grandi numeri e quindi oggi di offrire gratuitamente a tutti i docenti italiani un prodotto affidabile".

"Siamo convinti che le competenze digitali siano essenziali per offrire ai giovani i mezzi per costruire il proprio futuro – conclude Anna Lo Iacono, manager della sostenibilità del colosso delle telecomunicazioni e della banda larga –. Per questo siamo al fianco dell’università Bicocca e degli istituti in questo percorso".