Il concessionario “smantella“ la Villa Reale

Ultimatum scaduto, Navarra disdice i contratti: dall’elettricità alla mostra di Dalì, dalla biglietteria al ristorante-bistrot degli stellati Cerea

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di Marco Galvani

Villa Reale, il concessionario ‘smantella’ il corpo centrale. Nel silenzio del Consorzio dopo l’ultimatum con cui la società Nuova Villa Reale ha confermato l’immediato recesso dal contratto di concessione dando 15 giorni di tempo per ricevere il pagamento delle "somme dovute a oggi al concessionario" e rimandando al 15 gennaio la consegna delle chiavi della ‘sua’ porzione di Villa.

Dalla notifica di quell’atto ad oggi "poco è successo", conferma Attilio Navarra, legale rappresentante della società Nuova Villa Reale Monza (costituita dal raggruppamento di imprese che aveva vinto il concorso internazionale per il recupero e la valorizzazione della Villa e dei giardini reali assicurandosi anche la gestione ventennale del corpo centrale della reggia restaurato nel 2014).

A parte "la richiesta di chiarimenti tecnici su alcuni contratti di fornitura" e il ‘sondaggio’ su un paio di professionisti dello staff di Navarra che il Consorzio sarebbe intenzionato ad assorbire. Sulla questione degli oltre 8 milioni di euro, il silenzio. Nessuna risposta formale. Con il rischio concreto che la questione possa essere risolta soltanto in un’aula di tribunale.

Ma oggi il Consorzio non ha nemmeno comunicato se "al fine di assicurare continuità nella gestione, intende procedere al subingresso nei contratti attivi e passivi". Si tratta non soltanto delle utenze, dall’energia elettrica all’acqua, ma anche degli accordi per la mostra su Dalì, per il personale di Cultura Domani, i servizi di guardiania, biglietteria e guardaroba. E per il bristrot Vicook della famiglia ‘stellata’ Cerea. In alternativa, "saremo costretti a risolverli per poter consegnare i locali liberi da cose, persone e vincoli".

E così è stato fatto: "Tutti i contratti sono stati formalmente interrotti, con la disdetta che avrà effetto a partire dal 4 gennaio – chiarisce Navarra -. Entro quella data il Consorzio potrà subentrare al nostro posto, in caso contrario da gennaio dovrà essere fatto tutto da capo". E poi c’è la questione dei lavoratori. Dalla scorsa primavera sono in cassa integrazione.

Si tratta di 9 addetti della società Cultura Domani e altri 5 di Nuova Villa Reale. Per domani i sindacati hanno chiesto e ottenuto un incontro proprio con Navarra. Anche se il destino sembra ormai segnato. Escludendo un ripensamento da parte del concessionario che, dopo un anno di attesa dal primo atto di recesso datato novembre 2019, ha rinnovato la volontà di chiudere i conti con il Consorzio.

E se per il contenzioso ci penseranno gli avvocati, per quanto riguarda il ‘bene pubblico’, dopo aver completato lo stato di consistenza dei beni, il concessionario restituirà al Consorzio il corpo centrale della Villa il 15 gennaio. Una decisione "dolorosa", ma ormai inevitabile dopo aver tentato invano, per tre anni, di chiedere la revisione del piano economico-finanziario della concessione alla luce dei bilanci costantemente in perdita (quasi un milione e mezzo di euro all’anno) e della mancata realizzazione del progetto di riqualificazione delle altre ali della Villa Reale oltre il primo lotto che ha riguardato il corpo centrale, ovvero quanto previsto dal progetto Carbonara che "era allegato al bando internazionale che poi abbiamo vinto". Tanto che "noi ci siamo candidati proprio perché c’era quella prospettiva, altrimenti non avremmo mai risposto al bando".

Eppure, anche dopo l’invio dell’atto di recesso lo scorso anno e "dopo aver investito sulla reggia 10 milioni di euro, fino a quando è scoppiata l’emergenza Covid abbiamo continuato a portare avanti iniziative di valorizzazione", dalla mostra Royal Dalì (inaugurata il 7 dicembre e in calendario fino a dicembre 2021) all’arrivo nelle cucine della Villa di un bistrot ‘stellato’. Che però, almeno allo stato attuale, sono destinate a finire in cavalleria.