Il coronavirus non cancella il Gp di Monza: si correrà a porte chiuse

Mentre molti circuiti nel mondo stanno abbandonando, in Brianza si gareggerà e a causa del Covid il contratto per la F1 sarà prolungato di un anno

La Ferrari in pista a Monza

La Ferrari in pista a Monza

Monza, 30 maggio 2020 - Formula Uno, fuga dal calendario a porte chiuse. Olanda, Francia, Azerbaijan e, forse, pure Singapore. I Gran premi senza pubblico in circuito fanno alzare bandiera bianca a molti organizzatori. Mentre "noi ci saremo". Il presidente di Aci Italia, Angelo Sticchi Damiani, assicura che Monza resterà in pista. "Anche se non sarà il Gp d’Italia che avremmo voluto, anche se sarà un fine settimana molto condizionato, abbiamo ritenuto che fosse giusto che l’Italia ci fosse ancor più in un momento così difficile - spiega Sticchi Damiani -. E’ giusto e doveroso pure nei confronti dei piccoli team che, dopo tutti gli investimenti fatti prima dell’inizio della stagione, se il Mondiale non partisse rischierebbero di non riuscire a risollevarsi".

Una decisione che il presidente della Fia, Jean Todt, "ha apprezzato molto. In queste situazioni si vedono le Federazioni forti e solide". Anche perché non sarà facile far quadrare i conti con un Gran premio d’Italia senza gli incassi dei biglietti e con tutte le sponsorizzazioni a scartamento ridotto: "Sarà un grande sacrificio, ma è accettabile". Confermata la data del 6 settembre: con Liberty Media "abbiamo trovato un accordo, anche se non abbiamo ancora firmato siamo sostanzialmente d’accordo. E quindi posso ritenermi prudentemente e ragionevolmente ottimista", la prospettiva del presidente Aci verso la firma di un nuovo contratto esclusivamente per quest’anno.

Una stagione pesantemente condizionata dalla pandemia e che ancora non è iniziata. Forse partirà dall’Austria il 5 luglio e continuerà a luglio e agosto in Europa fino a Monza, appunto. Sarà un campionato a parte. Tanto che il presidente Sticchi Damiani, nella bozza di accordo, è riuscito a ottenere il prolungamento di un anno del contratto firmato alla vigilia del Gp d’Italia 2019 che aveva garantito la Formula Uno a Monza fino al 2024 (al costo complessivo di 100 milioni di dollari). Ora però, il 2020 viene conteggiato a parte (anche per quanto riguarda il conto che Aci deve pagare a Liberty Media) e quindi la scadenza slitta al 2025.

Un successo per il motorsport tricolore che farà bene anche all’intero circus iridato. Ma adesso c’è da tenere d’occhio l’evoluzione della pandemia, le decisioni dei vari governi e quelle che saranno adottate entro metà giugno al Consiglio mondiale della Fia sul calendario del Mondiale 2020 di Formula Uno«Abbiamo condiviso il protocollo adottato dalla Fia e da Formula One - precisa Sticchi Damiani -. Ovviamente dovremo adattare tutte le prescrizioni in materia di sicurezza all’interno del circuito, potenziando e attrezzando adeguatamente il centro medico, predisponendo termoscanner all’ingresso dell’autodromo e una segnaletica utile a garantire le distanze necessarie. Per quanto riguarda i team, invece - prosegue il presidente Aci -, hanno accettato di ridurre all’essenziale il personale all’interno del paddock, dall’hospitality alla comunicazione".

E il pubblico? "Un peccato, perché quest’anno le prevendite dei biglietti stavano andando davvero molto bene - l’amarezza di Sticchi Damiani -. Prima che si bloccasse tutto eravamo a +25% rispetto all’anno scorso. Che già era andato ben oltre l’anno precedente: nel 2019 i 200mila del weekend (affluenza record) portò un incasso lordo di 15 milioni di euro. Quest’anno servirà trovare nuovi equilibri. E per chi aveva già acquistato un biglietto per settembre, "i nostri legali stanno predisponendo tutte le modalità per gestire la situazione, dai rimborsi alla possibilità di tenere valido il ticket per il 2021".