Gli spacciatori su Telegram: 10 condannati, 2 messi alla prova

Pene fino a 4 anni e mezzo di reclusione per 10 tra patteggiamenti e riti abbreviati, 2 messe alla prova...

Gli spacciatori su Telegram: 10 condannati, 2 messi alla prova

Gli spacciatori su Telegram: 10 condannati, 2 messi alla prova

Pene fino a 4 anni e mezzo di reclusione per 10 tra patteggiamenti e riti abbreviati, 2 messe alla prova e un irreperibile. È il bilancio dell’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Monza Marco Formentin per i membri della banda sgominata dalla Squadra mobile della Questura di Monza che vendeva la droga su Telegram, dove migliaia di iscritti potevano scegliere hashish, cocaina e marijuana, ordinabile nascondendo la propria identità dietro un nickname, e ottenendo consegne rapide e sicure. L’indagine “Cooper“, dal modello di auto utilizzato dagli spacciatori, aveva portato all’arresto di 5 persone.

Ma erano 13 complessivamente gli imputati, che hanno scelto di patteggiare. Tra gli arrestati anche un 20enne monzese, ideatore del sistema di vendita online che prevedeva la scelta, grazie a centinaia di foto e offerte a prezzi decrescenti in base alla quantità ordinata, l’invio dell’ordine tramite il canale social, e poi la consegna fisica attraverso un sistema di “meet up“, cioè brevi incontri concordati sul canale. Era maggio 2022 quando i poliziotti lo hanno scoperto monitorando un profilo e sono riusciti a risalire al canale online. Analizzando le centinaia di fotografie i poliziotti hanno identificato l’amministratore e individuato altri due canali social dello stesso tipo, con migliaia di iscritti. Grazie alle intercettazioni gli investigatori sono poi riusciti a risalire ai fornitori del giovane, che già spacciavano al dettaglio tra Lissone, Desio, Seregno, Triuggio, Albiate e Carate.

Nel corso dell’indagine sono state documentate circa 2mila cessioni di stupefacenti, per un volume d’affari stimato in oltre mezzo milione di euro. Ma il 20enne utilizzava i canali social anche per pubblicizzare la vendita di altri prodotti illegali come documenti falsi, patenti di guida, e servizi di doxing (scoprire informazioni personali su un contatto internet anonimo con l’obiettivo di svelarne la reale identità), che avrebbe consegnato con le stesse modalità. Ma in realtà in questo campo il 20enne truffava i suoi potenziali acquirenti, prendendo i soldi in anticipo senza consegnare nulla. Gli investigatori hanno quantificato in 60mila euro l’ammontare delle truffe messe a segno in soli 6 mesi, a cui si aggiungono gli oltre 100mila euro guadagnati con la droga.

S.T.