Gianetti concede la cassa: verso la chiusura

L’avvocato dell’azienda ha comunicato in Tribunale l’esito dell’incontro al Mise, il giudice prende tempo

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Il giudice prende tempo, anche se il tempo per la Gianetti sta per scadere e i lavoratori stanno ormai perdendo anche la fiducia nelle istituzioni, oltre che la pazienza. Soprattutto dopo avere appreso, ieri in assemblea dai rappresentanti sindacali, che l’udienza di ieri mattina in Tribunale a Monza, "si è aperta con l’avvocato dell’azienda che ha comunicato la mancanza di volontà ad aderire al tentativo di conciliazione che la parte sindacale aveva proposta nella prima udienza svolta lo scorso 17 agosto. Lo stesso avvocato - riferisce Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza, presente all’assemblea dei lavoratori - ha anche affermato che martedì 7 settembre la Gianetti ha avuto un incontro con il Ministero dello Sviluppo economico concordando l’utilizzo della Cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività". Il giudice si è riservato di valutare l’ammissibilità del ricorso sui finanziamenti regionali incassati in questi anni dalla Gianetti Fad Wheel che ora ha chiuso lo stabilimento di Ceriano Laghetto, prima di entrare nel merito della questione più spinosa, ovvero la regolarità della procedura di licenziamento con la chiusura immediata della fabbrica senza alcuna comunicazione preventiva. «La sentenza sulla Gianetti sarà inevitabilmente una sentenza che farà storia e avrà ripercussioni su molte altre situazioni simili sparse in tutta Italia", hanno ribadito Vittorio Sarti e Francesco Caruso della Uilm, a Ceriano ieri pomeriggio con Enrico Vacca e Tiziano Ripamonti della Fim. In ogni caso, lo scenario sembra ormai tracciato: "Se il giudice annulla la procedura, di sicuro l’azienda ne aprirà un’altra, altrimenti già dal 18 settembre, scaduti i 75 giorni dall’annuncio, partiranno le lettere di licenziamento". "Noi dobbiamo guardare avanti e pretendere che le istituzioni lavorino per favorire l’insediamento di nuovi imprenditori in quest’area", ha ribadito con forza Sarti parlando agli operai. "Il Mise ci dica se ha cambiato posizione rispetto a quello che fino ad ora ha invece sostenuto e cioè che a Ceriano Laghetto si deve continuare a produrre salvaguardando l’occupazione", ha ribadito Occhiuto. Dai lavoratori è venuta anche la richiesta di coinvolgere in nuove azioni i colleghi dello stabilimento di Carpenedolo (Bs), che dal 2019, con l’acquisizione, formano un’unica azienda con quello di Ceriano. "Perchè dopo di noi, toccherà sicuramente a loro",è stato detto in assemblea.