Da Borsa all’Università popolare "La cultura alla portata di tutti"

La seconda associazione più antica di Monza nata nel 1901 per innalzare il livello della classe operaia guarda al futuro cercando di immatricolare nuovi iscritti non soltanto tra pensionati in cerca di passatempo

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di Cristina Bertolini

Dopo la Corale Monzese, nata nel lontano 1888, l’Università popolare monzese è l’associazione culturale più antica della città. Le prime "conferenze per l’istruzione popolare" iniziarono a Milano con Gabriele D’Annunzio, ma la Camera del lavoro di Monza non volle essere da meno e in quattro anni avviò i primi corsi ufficiali dell’Univerità: parlavano di prosatori, poeti, ma anche di contabilità domestica in un’epoca in cui solo poche donne avevano la possibilità di studiare e la loro vita era concentrata sulla cura della casa e della famiglia. Raccontavano anche la storia monzese e parlavano pure di Fisica terrestre. Tutto con una quota di iscrizione di 50 centesimi per i tesserati e una lira per chi non era iscritto alla Camera del Lavoro.

"Fu il movimento socialista britannico a promuovere la preparazione di corsi letterari, scientifici, artistici, poco prima della fine dell’Ottocento, per alzare il livello culturale della classe operaia – ricorda la presidente Eugenia Volpi, in carica dal 1983 –. Nel giro di pochi mesi l’idea di un’università che si rivolgesse anche ai meno abbienti si diffuse in tutta Europa. A Monza l’idea venne introdotta da personaggi come Ettore Reina e il pittore Emilio Borsa che contribuirono a far partire i primi corsi, pochi mesi dopo l’inaugurazione dell’Università popolare milanese. Da quel momento l’Upm ha subìto molte trasformazioni. La svolta più significativa è legata al presidente Ettore Perucca Orfei che nel 1962 eliminò ogni riferimento alla necessità di innalzare il livello culturale delle classi operaie".

Del resto in quegli anni l’Università era frequentata da borghesi con più tempo libero a disposizione rispetto agli operai. Oggi è tutto cambiato ancora: "Prima dell’emergenza Covid – ricorda Volpi – avevamo 400 iscritti, fra chi era interessato ai viaggi, visite guidate, spettacoli, conferenze e corsi. Adesso è ripartita la campagna abbonamenti e si spera di poter richiamare i nostri aderenti". Nel 2021 l’associazione ha celebrato i suoi 120 anni di Fondazione con un concerto in Duomo a cura dell’Orchestra Verdi, ora Filarmonica di Milano. Due anni fa è stato anche pubblicato un libro sulla storia della Chiesa di San Pietro martire, in via Carlo Alberto, perché mancava nella collana editoriale delle chiese storiche monzesi. "Il Professor Mambretti – ricorda la presidente – avendo recentemente studiato gli Ordini Mendicanti a Monza e il caso domenicano, ci ha dato lo spunto per questa pubblicazione esauriente".