Covid in Brianza, l’immunità di gregge è vicina: centri vaccinali verso la chiusura

In Brianza quasi il 90% ha ricevuto almeno la prima dose e l’hub di Besana ha calato le serrande. Lo seguiranno Limbiate e il Polaris di Carate; la sanità può tornare pian piano all’attività abituale

I centri vaccinali si sono sottoposti a un enorme sforzo negli scorsi mesi per inoculare

I centri vaccinali si sono sottoposti a un enorme sforzo negli scorsi mesi per inoculare

Besana in Brianza (Monza e Brianza) - Curva calante per la campagna di massa, la Brianza sfiora l’immunità di gregge, quasi il 90% delle popolazione ha ricevuto almeno una dose, e i centri di somministrazione chiudono. Il primo è stato Besana, da ieri porte sbarrate all’hub dell’Asst Brianza che ha servito la zona Nord dell’Azienda durante tutta la fase calda delle operazioni su larga scala. "Nelle prossime settimane lo seguiranno Limbiate e il Polaris di Carate", spiega la direzione, la discoteca diventata oasi di salvezza dopo un anno di pandemia quasi senza mezzi per difendersi dal virus, era stato il primo spazio a schierare medici e infermieri con le fiale contro il Sars-Cov 2.

Sembrano passati anni e invece sono solo 5 mesi – il locale notturno-ambulatorio aveva aperto a metà aprile – durante i quali il ritmo delle punture nell’intera Ats ha permesso una copertura importante: l’88,93% dell’intera provincia, secondo l’ultimo dato della Regione, con punte già oltre, 666mila 237 le prime dosi su 749mila 170 potenziali vaccinandi – la cosiddetta popolazione target – 564mila 289 i richiami, 1,2 milioni le fiale totali iniettate sul territorio. Molti centri sono già all’ultimo miglio, Villasanta è primo della classe (91,84%), Biassono (91,70%), Sovico (91,64%), Albiate (90,92%), Besana (90,72%) Vimercate (90,50%), Busnago è fanalino di coda con l’86,31% degli abitanti protetti. Numeri che hanno fatto dimenticare le difficoltà di approvvigionamento dell’inverno scorso, quando ogni giorno si aspettavano i furgoni-frigorifero con la medicina. Ora, lo scenario è opposto e l’ultimo bilancio del Pirellone detta il cambio di passo. Mentre si prova a pescare i dubbiosi – fra gli over 50 sono tanti – la macchina organizzativa corregge il tiro. Chiudendo i centri "non più necessari" il personale torna alla routine anche per imprimere un’accelerata alle cure ordinarie, le sale operatorie hanno aumentato il ritmo e anche le visite, ma non sono certo ai livelli pre-Covid: resta sempre un arretrato che non si potrà smaltire.

L’aveva chiarito all’inizio del mandato il direttore generale Marco Trivelli. La nuova geografia del vaccino concentra proprio a Vimercate, cuore dell’Asst, tutte le future prime dosi. Da ieri, il portale regionale prenota i ritardatari solo all’ex Esselunga di via Toti. "Ma nessun appuntamento sarà spostato da Limbiate e Carate, prima di passare il testimone entrambi i centri esauriranno chi ha già fissato". Tempo stimato previsto: 3 settimane, da ottobre tutti sul Molgora.