Coronavirus, i metalmeccanici conquistati dallo smart working

In un sondaggio il 95% si è detto molto o abbastanza soddisfatto del lavoro da casa e lo vorrebbe anche per il “dopo Covid“

Pietro Occhiuto segretario generale della Fiom Cgil Brianza

Pietro Occhiuto segretario generale della Fiom Cgil Brianza

Monza, 9 maggio 2020 - Ai metalmeccanici piace lo smart working. Molto. Nella fase di emergenza. Ma forse anche per il “dopo Covid“. Ad attestarlo è un rapido sondaggio condotto dalla Fiom Cgil Brianza in tre grandi aziende del territorio. Obiettivo: testare gli umori delle persone sul “lavoro da casa“ a cui molti impiegati del settore sono stati “costretti“ dalla pandemia.

«Da lunedì lo estenderemo e lo lanceremo su vasta scala nelle imprese del territorio", spiega Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Brianza. Seicento i questionari online inviati tramite i delegati aziendali. Duecentocinque le risposte ricevute. In 117 si sono detti "molto soddisfatti" e in 77 "abbastanza". Praticamente la totalità ne dà un giudizio positivo. Certo, occorre considerare che abbiano risposto soprattutto quelli che hanno un parere favorevole, ma il dato fa comunque riflettere.

Ma quali sono gli aspetti positivi? Al primo posto per 179 metalmeccanici c’è “il risparmio di tempo“ per gli spostamenti casa-lavoro, poi la flessibilità degli orari (117) mentre in cento sottolineano i benefici del “risparmio economico“ (benzina, usura auto, treno, pranzo) e altrettanti la possibilità di avere più tempo per la famiglia. Ma non solo. In 50 sottolineano come positiva la possibilità di mangiare “cibo più sano“ rispetto alla pausa pranzo fuori casa.

Ma non sono tutte rose e fiori. Fra gli aspetti negativi in primis c’è il fatto che “non si stacca mai“ per 98 metalmeccanici su 205. In 48 sottolineano invece di aver avuto problemi di connessione mentre altri mettono in evidenza l’aspetto della “solitudine“ non avendo confronto diretto con i colleghi. In 17 infine considerano negative le “troppe distrazioni“ molto spesso, probabilmente, legate alla presenza dei figli a casa. Tirando le somme in 97 ritengono lo smart working una “soluzione, con strumenti adeguati, anche dopo la pandemia“ mentre altri 104 rispondono sì “ma con periodi di presenza in azienda“.

Risultati che saranno al centro di un attivo (naturalmente in videochat) dei delegati delle aziende metalmeccaniche convocato dalla Fiom Brianza per lunedì alle 10. "Lo smart working - spiega Pietro Occhiuto - piace ai lavoratori che però al tempo stesso ci dicono anche che ci sono delle criticità date dal fatto che c’è una difficoltà con la disconnessione, che hanno necessità di confrontarsi con i propri colleghi e compagni di lavoro e che comunque vorrebbero farlo passando una parte della settimana in ufficio". "È indubb io che il lavoro agile possa essere uno strumento prezioso, utile ma è altrettanto vero che può dare il via libera a una situazione di sfruttamento del lavoratore. Noi questo dobbiamo evitare che avvenga ed è per questo motivo che risulta necessario il ruolo della contrattazione. Ci sono diritti da salvaguardare e tutele da garantire anche e soprattutto quando le nostre case diventano degli uffici".

"Dovremo contrattare i tempi, le pause, le condizioni economiche, la partecipazione democratica dei lavoratori, i percorsi per la loro crescita professionale e anche i termini di come quel lavoro debba essere fatto in sicurezza. Ed è per questo motivo che apriamo un confronto tra le nostre delegate ed i nostri delegati per individuare soluzioni opportune a raggiungere questi obiettivi", conclude Occhiuto.