Case di riposo, nuove chiusure ma non troppo

Il problema sono soprattutto le quarantene dei dipendenti, pochi positivi fra i degenti: videochiamate e appuntamenti su misura

di Cristina Bertolini

Case di riposo nuovamente chiuse al pubblico a causa della quarta ondata pandemica: anziani positivi, ma la copertura vaccinale alleggerisce o azzera i sintomi. Il problema sono le assenze del personale. Il clima è decisamente più disteso nelle Rsa di Monza e dintorni, rispetto al 2020. "Abbiamo una ventina di casi di positività in due nuclei - spiega Roberto Mauri, presidente della cooperativa La Meridiana, gestore di Casa San Pietro, Progetto SLAncio e “Il Paese ritrovato” - però sono asintomatici e le positività sono emerse dai controlli di routine con tampone molecolare. Perciò abbiamo deciso di chiudere l’accesso ai familiari per la Rsa San Pietro. Se con i prossimi tamponi tutti si negativizzeranno, abbiamo intenzione di riaprire.

Tutto regolare invece al Paese ritrovato, mentre fra gli ospiti di Progetto Slancio ci sono un paio di positivi". In entrambe le strutture chiuse, esiste comunque il beneficio della valutazione individuale: a seconda dei bisogni socio assistenziali e psicologici, spetta al direttore sanitario l’ultima parola in merito alla decisione di ammettere o meno un familiare, per alcuni casi specifici, con mascherina, tampone e tutti gli accertamenti del caso. Per tutti gli altri, videochiamate a casa una o due volte alla settimana. Il problema sono gli operatori sanitari, a loro volta coniugi e genitori : "Tocchiamo con mano le difficoltà dei nostri operatori - ammette Mauri - che hanno figli in età scolare e quindi o positivi o in quarantena per contatto con positivi e che perciò richiedono le cure dei genitori che a loro volta si assentano dal lavoro". Ciò comporta allungamento dei turni di chi è in servizio che sente maggiormente la stanchezza e il carico di lavoro. Chiuse ai parenti inizialmente per una settimana, poi protratta fino a fine mese, anche le due strutture gestite dall’Opera pia Bellani, altro ente storico in città per la cura agli anziani fragili. Come spiegano il direttore Gian Mario Colombo e la referente sicurezza Veronica Frigerio, alla Rsa Bellani non si registrano casi di positività, mentre ce ne sono una ventina a Casa Cambiaghi, comunque anch’essi poco o per nulla sintomatici. Chiusura al pubblico, anche in questo caso l’ultima parola per casi particolari spetta al direttore sanitario. "Quanto alle videochiamate - spiega la dottoressa Frigerio - possono essere richieste tutti i giorni e vengono evase nell’arco della giornata, o al massimo il giorno successivo". Chiusa al pubblico anche la casa di riposo di Brugherio “Il Bosco in città”, fin dai primi di gennaio e video chiamate su appuntamentocon il tablet gestito dagli educatori.