Canegrati: ricorso respinto, sequestrati i 2,6 milioni della Zarina delle protesi

Conti correnti e beni di lusso di Maria Paola Canegrati

Maria Paola Canegrati

Maria Paola Canegrati

Monza, 7 gennaio 2017 - Restano sotto sequestro 2,6 milioni di euro di beni di Lady Sorriso. Il Tribunale del Riesame di Milano ha infatti respinto il ricorso presentato da Maria Paola Canegrati contro il decreto preventivo d’urgenza emesso dal Tribunale di Monza per "mettere al sicuro" la parte del patrimonio dell’imprenditrice monzese ritenuto provento di appropriazione indebita.

La zarina delle protesi dentarie, arrestata nell’operazione “Smile” per gli appalti corrotti per i service odontoiatrici all’interno degli ospedali (insieme all’ex presidente della commissione sanità della Regione Lombardia Fabio Rizzi) e che ora si trova agli arresti domiciliari e sotto processo al Tribunale di Monza per corruzione dopo che il giudice ha respinto la sua richiesta di patteggiamento a 4 anni e 2 mesi di reclusione ritenendo la pena esigua, ha presentato ricorso contro il sequestro sostenendo che avrebbe di fatto impedito il risarcimento il cui importo è in parte oggetto di transazione con la “Implantalab”, la ex “Elledent” di cui la Canegrati era amministratore unico. Per la Procura di Monza si era presentata davanti ai giudici milanesi per la discussione dell’udienza del ricorso la stessa pm dell’inchiesta Manuela Massenz, che ha chiesto e ottenuto il sequestro dei beni e che ne ha chiesto la conferma sostenendo che, al di là di transazioni in corso, il sequestro preventivo risulta comunque necessario.

E il Tribunale del Riesame ha accolto la tesi della pubblica accusa. A Maria Paola Canegrati i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Milano e quelli del Nucleo Operativo del Gruppo Guardia di Finanza di Monza hanno sequestrato conti correnti e beni (capi di abbigliamento e pelletteria per 72mila euro, orologi Rolex, gioielli, quadri e altre opere d’arte) che Lady Sanità avrebbe sottratto a Servicedent e Elledent attraverso prelievi ingiustificati, fatture addebitate o pagamenti con carte di credito aziendali.

La Canegrati è poi indagata di truffa e tentata truffa aggravata per 345mila euro per avere utilizzato il sistema delle ricette mediche con prestazioni odontoiatriche raddoppiate per avere un rimborso doppio dal servizio sanitario nazionale (con il beneplacito di dirigenti e funzionari dell’ex Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, che ora ne dovranno a loro volta rispondere) e, con il commercialista bergamasco Giancarlo Marchetti (già imputato con lei come socio nel processo al Tribunale di Monza che riprende il 15 febbraio con le convocazioni in aula di altri testimoni convocati dalla pm Manuela Massenz) di false fatturazioni per 1,8 ml di euro con conseguente evasione fiscale di 445 mila euro.