Monza sogna, paga Berlusconi

La squadra brianzola a Fininvest Galliani nuovo ad: "In A nel 2020. Niente business, solo romanticismo"

Daniele Massaro, Adriano Galliani e il sindaco Dario Allevi

Daniele Massaro, Adriano Galliani e il sindaco Dario Allevi

Monza, 28 settembre 2018 - «Non andremo mai in serie A». Per 106 anni è stato il mantra, quasi la maledizione di ogni cittadino monzese quando pensava alla società di calcio della propria città. Persino Renato Pozzetto lo dice in una battuta di uno suo vecchio film diventato icona della tifoseria brianzola.

Eppure, da ieri mattina, il Calcio Monza è entrato in una nuova dimensione inimmaginabile sino a pochi giorni fa. La società biancorossa è stata acquistata al 100 per 100 da Silvio Berlusconi, 82 anni, che dopo una vita nel Milan costellata di successi e trionfi, ha deciso di tornare nel calcio con una piccola squadra (attualmente in C) della città che dista appena un paio di chilometri in linea d’aria dalla sua residenza di Arcore. Ieri mattina a darne l’annuncio, alla sede monzese di Assolombarda, ci ha pensato quello che è il vero artefice di questa operazione-lampo, il fido Adriano Galliani. Che ha chiuso una trattativa durata appena 29 giorni. Monzese doc, prima di entrare nel Milan contribuendo a scriverne la storia, fu dirigente del Monza per dieci anni, fra 1975 e 1985: la sua squadra del cuore. «Sono emozionato e commosso – ha detto ieri in un incontro fiume con la stampa -–: da dirigente litigavo con gli arbitri, misi persino le mani addosso al grande Agnolin dopo una partita, ogni volta che entravo nello spogliatoio del Milan al termine di una partita, la prima cosa che chiedevo era quanto avesse fatto il Monza. Per 31 anni, in cui sono stato amministratore delegato del Milan, in realtà sono stato in prestito dal mio Monza».

Attualmente il Monza, risorto dopo due fallimenti nel giro di pochi anni, è tornato a respirare grazie al suo presidente Nicola Colombo, che lo ha riportato in vetta alla classifica di C con il sogno di una rapida promozione in B. Lo stesso Colombo, figlio di quell’Alfredo Colombo che fu presidente del Milan negli anni Settanta (vinse lo scudetto della stella) e che ha avuto gran peso morale anche in questa operazione. E a Berlusconi, dopo le ultime delusioni per la cessione del Milan, giurano stia tornando la passione per il calcio: «L’altro giorno mi ha telefonato - ha confidato Galliani -, aveva appena visto l’ultima partita dei biancorossi trasmessa in Tv. Settimana prossima farà una conferenza stampa, probabilmente a Gerno di Lesmo, a Villa Gernetto, per spiegare cosa vuol fare di questa squadra, i suoi programmi e i suoi obiettivi». Si parla di un Berlusconi disgustato dal calcio italiano odierno, dai troppi stranieri, dall’assenza di giovani italiani pronti a dare linfa alle nazionali. Galliani ha ribadito più volte ieri: «Sarà romantico, sarà grandioso... questo è il nostro ultimo tango». E ha spiegato: «Non ci sono altri interessi sotto, stadi, centri commerciali da costruire: Silvio Berlusconi vive da oltre trent’anni in Brianza e di sera, quando il Monza gioca in casa, da casa sua si vedono le luci dello stadio Brianteo. Voleva restituire qualcosa a questo territorio. E, soprattutto, la passione per il calcio è nel suo Dna». E se il Monza dovesse un giorno arrivasse davvero in serie A? «Sogno un derby Milan-Monza tra due anni. In teoria si può arrivare in serie A a giugno 2020. I sogni si possono fare».