Bellusco, testata a un 13enne: consigliere leghista finisce nei guai

Il capogruppo lumbard è accusato di avere rotto il naso al ragazzino

Nando Biella

Nando Biella

Bellusco (Monza e Brianza), 10 febbraio 2019 - Irritato dagli schiamazzi davanti a casa, avrebbe spaccato il naso con una testata a un 13enne, preso a calci e schiaffi un altro ragazzino, dopo averne insultato un terzo. È bufera su Nando Biella, ex candidato sindaco e ora capogruppo in Consiglio comunale della Lega a Bellusco.

L’episodio è accaduto venerdì sera poco prima delle 23, in via Adamello, di fronte al cancello dell’esponente locale del Carroccio, 66 anni, notissimo in paese. Cinque ragazzini alzano la voce, forse parte anche un petardo – gli investigatori stanno ricostruendo l’episodio nei dettagli – sarebbe già successo negli ultimi tempi, ma stavolta l’uomo, esasperato, è passato dalle parole ai fatti. È uscito urlando, il gruppetto gli ha risposto a tono e ne è nata una discussione decisamente accesa. Alla fine, lui avrebbe perso il controllo. Così sembra essere la dinamica come appare dai primi accertamenti. La vicenda è finita, questo invece è sicuro, al pronto soccorso di Vimercate con una diagnosi di frattura, tutt’altro che trascurabile.

All'ospedale a portare solidarietà e a capire cosa fosse avvenuto, è arrivato anche il sindaco Roberto Invernizzi. «Ogni gesto di violenza è deprecabile. Ognuno interpreta il ruolo istituzionale come crede. È presto per dire quali siano gli esatti contorni della vicenda», commenta. Poche parole per prendere le distanze da una reazione che nessuno si aspettava. Uno dei protagonisti del brutto alterco, quello di origini nordafricane, sarebbe stato oggetto di pesanti epiteti, secondo il racconto dei ragazzi. L’altro, il ferito - italoamericano -, è sotto choc. Mentre la giustizia farà il suo corso – scontato il risvolto penale della vicenda –, la comunità si interroga su questo scoppio di violenza. Un caso spinoso anche per la politica con le elezioni amministrative alle porte, come dimostrano i telefoni muti dei vertici territoriali del partito e del diretto interessato. Nessuno ha risposto, né ha preso posizione sui fatti. Mentre le famiglie incredule chiedono di sapere. Biella ai militari avrebbe smentito di avere anche solo toccato gli adolescenti, mentre avrebbe prodotto un referto per lesioni a un ginocchio in seguito a un calcio ricevuto durante la discussione. Gli investigatori sono alla ricerca di ulteriori testimoni e riscontri sulla lite.

Alla sua versione dei fatti, però, i genitori dei giovanissimi oppongono circostanze differenti: «I nostri figli tornavano da catechismo – dicono in una lettera – e sono stati aggrediti. Un pugno, una testata, frasi razziste e poi la corsa in ospedale – ribadiscono mamme e papà -. Cosa sia successo lo confermeranno le indagini, come verificheranno se il soggetto sia stato colpito a sua volta. Noi, comunque, lo abbiamo visto uscire poco dopo a piedi con i suoi cani e certo non zoppicava». Poi l’affondo: «In questa storia è inaccettabile la violenza, feroce, di un adulto su un tredicenne. Se fosse stato vessato, come dice, si sarebbe dovuto rivolgere ai carabinieri, come noi. Noi ci assumiamo la responsabilità delle azioni dei nostri figli, lo dovrà fare – in sede penale e civile e davanti alla propria coscienza - anche chi al confronto preferisce pugni e testate».