Afghanistan, profughi in fuga da Kabul: la Grecia alza un muro di 40 chilometri

Al confine con la Turchia che a sua volta alza una barricata alla frontiera con l'Iran

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Kabul (Afghanistan), 21 agosto 2021 - Mentre a Kabul per gli afghani in fuga dal terrore talebano è sempre più difficile raggiungere l'aeroporto e imbarcasi su un aereo per l'Occidente, l'Europa si divide sulla accoglienza dei profughi. La Grecia ha completato a tempo di record un muro lungo 40 chilometri alla frontiera turca e Ankara una barriera di 295 chilometri al confine con l'Iran. Obbiettivo dichiarato: femare l'attesa marea umana dei profughi afghani. Ankara e Atene sono reduci da due anni di accuse durissime, con cui la Turchia ha documentato e ripetutamente denunciato il respingimento illegale di migliaia migranti, la maggior parte proprio afghani, da parte di Atene, sia via terra che via mare. Circostanze confermate anche da Ong attive alla frontiera, una strategia che Atene ha perseguito per mesi, ma che potrebbe abbandonare presto alla luce del fatto che una collaborazione con Ankara potrebbe risultare assai più proficua di un muro contro muro con il governo turco, che ha gioco facile a tenere la frontiera aperta e mostrare respingimenti illegali e violenti che mettono in cattiva luce Atene e tutta l'Ue.

Grecia e Turchia

La Grecia - in prima linea nel 2015, quando arrivarono oltre un milione di  profughi soprattutto dalla Siria - trema. E di fronte al caos e alla violenza nel Paese asiatico, Atene è già corsa ai ripari, con la costruzione di una barriera di 40 chilometri al confine con la Turchia, dotata di un sistema di sorveglianza. Un argine fisico per arrestare la marea umana in fuga dalla ferocia dei talebani, che Bruxelles immagina di poter contenere anche grazie a "partnership con i Paesi terzi", e aiuti umanitari generosi, per restituire una prospettiva futura ai 3,7 milioni di sfollati interni, composto all'80% da donne, ragazze e bambini. Ma nel frattempo la Grecia si è attrezzata. "Non possiamo aspettare passivamente un eventuale impatto", si è giustificato il ministro per la Protezione dei cittadini, Michalis Chrisochoidis, assicurando: "Le nostre frontiere saranno inviolabili", pronti anche a respingere verso la Turchia, in virtù dell'accordo da 6 miliardi, siglato con Ankara all'epoca dell'esodo siriano. L'iniziativa degli ellenici scaturisce anche dai colloqui del premier, Kyriakos Mitsotakis, col presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che a sua volta - già da tempo - ha fatto avviare la costruzione di un muro anti-migranti di 295 km alla frontiera con l'Iran, di cui 156 già completati. Erdogan ha messo in guardia rispetto alla marea umana in arrivo, se non saranno apportati rimedi, avvertendo: "La Turchia non sarà il magazzino dei profughi" europei. Tra i Paesi confinanti con l'Afghanistan, appare difficile che Islamabad si voglia far carico dei  profughi. Circa tre milioni di richiedenti asilo afghani vivono in Pakistan da decenni, ma il governo, che ha issato recinzioni al confine, ha fatto sapere di aver raggiunto il tetto massimo. L'Iran ha invece organizzato campi temporanei lungo la sua frontiera orientale, mentre il Tagikistan il mese scorso si era detto disponibile ad accogliere 100mila sfollati.

Il ponte aereo

Secondo il Guardian sono almeno 12mila le persone evacuate dall'aeroporto di Kabul, tra occidentali e afghani. La maggior parte, circa 7.000, è fuggita via su aerei cargo dall'esercito americano. Il Regno Unito mercoledì aveva dichiarato di aver trasferito circa 1.200 persone, mentre venerdì la Germania venerdì circa 1.700. La Turchia 550, mentre Francia e Italia circa 500 ciascuno. Alcuni afghani, per lo più civili che hanno lavorato con gli Stati Uniti, saranno temporaneamente ospitati in Albania, Kosovo o Macedonia del Nord in attesa dei visti Usa. I tre Paesi, che riceveranno un numero concordato di profughi afghani a partire da questo fine settimana, sono i primi in Europa a impegnarsi a un accordo di transito con gli americani. Gli Stati Uniti si sono impegnati ad accogliere 10.000 persone, mentre l'Australia 3.000. Il Regno Unito 20mila, così come il Canada. I Paesi europei ancora non hanno definito le loro disponibilità. Bruxelles li sollecita. 

L'Italia

Dal giugno scorso, quando con l'operazione Aquila 1 furono portati nel nostro Paese 228 afghani, sono più di 1500 i cittadini afghani tratti in salvo e circa 1000 quelli trasferiti in Italia negli ultimi giorni. Tra la serata di ieri e oggi sono atterrati a Fiumicino due voli dell'Aeronautica militare con a bordo complessivamente 298 persone provenienti da Kabul via Kuwait. Tra loro moltissimi i bambini e le donne in fuga dal regime dei Talebani. Nella giornata di oggi, informa il Ministero della Difesa, ulteriori 3 C130 raggiungeranno Kabul per evacuare altri cittadini afghani. La Difesa ha messo in campo per l'operazione Aquila Omnia, 8 aerei: quattro KC767 che si alternano tra l'area di operazione e l'Italia e quattro C130J, questi ultimi dislocati in Kuwait, da cui parte il ponte aereo per Kabul. Una volta giunti in Italia i profughi vengono trasferiti sul territorio. In 80, di cui 33 donne, soprattutto collaboratori di aziende italiane e dell'ambasciata italiana a Kabul con le loro famiglie, sono arrivati in Alto Adige. Altri gruppi familiari sono stati trasferiti  oggi a Edolo, in provincia di Brescia dove ad ognuno di loro è stata consegnata una busta con giocattoli per i bambini e acqua. Nel piano approntato sono previsti gruppi in Toscana, in Liguria a Sanremo e in Veneto a Padova e a Piazzola sul Brenta.

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