Ucraina Russia, oggi 50 giorni di guerra. Ecco cosa sta succedendo

Il primo attacco, l'invasione, le stragi, la diplomazia, il rischio di armi chimiche e nucleari, la tensione sempre più alta con la Nato. Cosa è successo in oltre un mese e mezzo di conflitto e cosa potrebbe accadere

Era giovedì 20 febbraio. Quel giorno le truppe russe, da giorni ammassate ai confini dell'Ucraina, cominciavano l'offensiva. Era il primo giorno di guerra in Ucraina. Dalle prime bombe sganciate sul territorio ucraino sono passati 50 giorni. Oltre un mese e mezzo di bombardamenti, combattimenti, fuga e uccisione di civili, devastazione di intere città, bambini morti, violenze, sanzioni internazionali e negoziati (sempre più difficili) con la speranza di una pace che sembra sempre più difficile da siglare.

La resistenza Ucraina

Cinquanta giorni nei quali si sperava il conflitto si potesse ridimensionare se non chiudere. Cinquanta giorni nei quali gli ucraini (anche con l'aiuto delle armi e del sostegno occidentale) hanno resistito più di quanto ci si potesse aspettare. Cinquanta giorni dopo i quali non si vede una possibilità che il conflitto si possa chiudere in tempi brevi. Anzi.

La situazione sul campo

Negli ultimi giorni, in particolare, c'è stato un cambio di strategia militare russo. Dopo giorni di bombardamenti e assedio di Kiev, la capitale sta vivendo giorni di relativa tranquillità. Gli sforzi militari del Cremlino sembrano essersi concentrati nel sud-est del Paese, al confine con la Russia, sul Mar Nero e su quello di Azov. Tentativo di tagliare i rifornimenti dal mare e di conquistare quella fascia "filorussa" che comprende il Dombass.

La situazione sul campo dopo 50 giorni di guerra
La situazione sul campo dopo 50 giorni di guerra

I crimini di guerra

Secondo gli ucraini, sono circa 6.500 i presunti crimini di guerra commessi dalle truppe russe in Ucraina per i quali sono state aperte inchieste. Lo ha detto l'ufficio del procuratore generale dell'Ucraina citato dal Guardian.

Bambini morti sotto le bombe

Dall'inizio del conflitto a oggi, in Ucraina sarebbero morti 197  bambini e più di 351 sarebbero rimasti feriti. Lo ha reso noto l'ufficio del procuratore generale dell'Ucraina nell'aggiornamento quotidiano sul suo sito web. Considerando morti e feriti, quindi, secondo i numeri dell'ufficio del procuratore generale, i minori coinvolti sarebbero almeno 548.

La Nato

E la tensione con la Nato non sembra diminuire, anzi. Gli Usa negli ultimi giorni hanno confermato l'invio di armamenti all'Ucraina. La Russia, come c'era da attendersi, ha risposto che considererà come obiettivi legittimi i convogli Nato che trasporteranno armamenti in Ucraina. Ma non solo. Svezia e Finlandia hanno chiesto di accelerare l'iter per l'adesione alla Nato. Da sempre Paesi neutrali temono che possa accadere loro ciò che è capitato all'Ucraina.In tutta risposta Putin ha intensificato il numero di truppe e le manovre militari al confine con la Finlandia. Una situazione che rischia di farsi incandescente. Se infatti i 2 paesi scandinavi vogliono rientrare sotto il cappello della Nato per "proteggersi" dall'altro proprio questa eventualità (che uno Stato ai confini russi ospitasse missili Nato) ha generato l'invasione russa. Per ora, fortunatamente, Russia e forze Nato non sono ancora entrate direttamente in contatto.

I massacri

Nelle ultime settimane hanno fatto molto scalpore le immagini dei civili morti in strada e delle fosse comuni di Bucha. Nonostante i Russi sostengono si tratti di una montatura anche altre città hanno denunciato episodi di violenza sui civili.

I negoziati

Sin dai primi giorni di guerra la diplomazia aveva messo intorno a un tavolo i rappresentati russi e ucraini. Diversi paesi (Turchia e Israele su tutti) hanno tentato colloqui con i maggiori esponenti russi. Anche i leader europei come Macron e Draghi hanno parlato direttamente con Putin. La Cina ha tentato di giocare un ruolo distensivo (seppur senza mai condannare apertamente, anche all'Onu, l'operato della Russia). Una fase diplomatica che pare essersi raffreddata e, proprio nelle ultime ore, il rappresentate di Berlino non è stato ricevuto da Putin.

Le sanzioni e i paradossi

L'Europa (e non solo) ha inflitto diverse sanzioni economiche alla Russia. Ha escluso diverse banche russe (non tutte) dai circuiti internazionali. Ha fornito sostegno e armi all'Ucraina. Resta però che diversi paesi, fra i principali l'Italia, continuano a versare centinaia di milioni di euro al giorno per il gas russo di cui diversi Stati (in particolare Germania e Italia) non possono fare a meno. Si stanno tentando accordi con altri paesi produttori e gli Usa aumenteranno le forniture di gas liquido all'Europa. Ma non sarà sufficiente per rendersi autonomi dalla Russia (almeno nei prossimi anni). Così se da una parte si infliggono sanzioni a Putin (e ai suoi oligarchi fedelissimi nel mondo) dall'altra molte nazioni continuano a pagare a Putin il gas, soldi che poi servono a finanziare la guerra. Senza contare che molte sanzioni rischiano di produrre danni alle imprese che non possono più esportare in Russia.

Chernobyl e le centrali nucleari

Dall'inizio del conflitto si sono moltiplicati i gli allarmi (lanciati anche dall'agenzia internazionale per l'energia atomica) intorno alla centrale di Chernobyl (teatro del più grande disastro nucleare civile della storia) e altre nel paese. Bombardamenti e combattimenti vicino alle centrali, rischicontaminazione non sono stati esclusi. Le autorità hanno anche denunciato i gravi rischi "moriranno nei prossimi mesi o prossimi anni" per i militari russi che hanno scavato trincee intorno alla centrale di Chernobyl in un terreno altamente radioattivo.

Armi chimiche e nucleari

Sullo sfondo c'è il pericolo di utilizzo di armi non convenzionali. Fonti ucraine hanno già denunciato l'uso (non confermato) di bombe a grappolo e al fosforo. Diverse fonti sostengono che, anche se non ancora utilizzate, la Russia sarebbe pronta a lanciare armi chimiche. E poi, in caso di rischio di sconfitta o se la Russia si trovasse "a rischio della propria esistenza" gli stessi vertici del Cremlino non hanno escluso l'uso di armi nucleari.

Fine della guerra? Il 9 maggio?

Nei giorni scorsi, il segretario generale della Nato, Stoltenberg, ha affermato che la guerra "durerà mesi se non anni". Molti però sperano possa finire prima. E fissano una data. Il 9 maggio. Quel giorno, come ogni anno, in Russia si celebra la Giornata della Vittoria, in memoria della sconfitta della Germania nazista al termine della seconda guerra mondiale. In molti sostengono che per quel giorno Putin voglia annunciare un importante risultato militare raggiunto in Ucraina,