Guerra in Ucraina, perché la Nato non interverrà contro la Russia

Il segretario generale Jens Stoltenberg: "Non abbiamo né piani né intenzioni di dispiegare le truppe in Ucraina"

"Non ci sono truppe Nato in Ucraina al momento, non abbiamo né piani né intenzioni di dispiegare le truppe Nato in Ucraina". E' categorico il segretario generale della Nato, il norvegese Jens Stoltenberg, nello smentire un possibile coinvolgimento diretto dell'Alleanza Atlantica nella guerra tra Russia e Ucraina. 

Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato
Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato

Nonostante il "momento grave per l'Europa" e gli incontri d'emergenza allargati a Svezia e Finlandia, la Nato non può e non vuole farsi coinvolgere direttamente nel confitto. Anche se, ovviamente, in questa fase critica non rinuncia a mostrare i muscoli. "La Russia non ci attaccherà - ha scandito Stoltenberg - perché siamo la più forte alleanza della storia e siamo tutti allineati: ciò dovrebbe prevenire qualsiasi espansione della tragedia che stiamo vedendo in Ucraina". Sul piano pratico, queste parole si traducono nel 'puntellamento' a est dell'alleanza, con il massiccio invio di uomini e mezzi nei Paesi più orientali, Polonia e Paesi baltici in primis, per mettere in sicurezza spazi aerei e frontiere. "La pace nel nostro continente è andata in frantumi - ha proseguito il segretario generale - la nostra libertà è minacciata, dobbiamo rispondere e dobbiamo essere ancora più uniti, America del Nord ed Europa insieme nella Nato. Proteggeremo le persone e i loro valori, la democrazia sempre prevarrà".

Tuttavia questo discorso non riguarda direttamente l'Ucraina, che non è membro della Nato. Anzi, proprio la sua possibile adesione ha scatenato la durisima reazione della Russia, arrivata al punto massimo: l'invasione militare. Ucraina che è sicuramente importante per Mosca, ma allo stesso trempo con quest'azione militare Putin parla a nuora perché suocera intenda: l'Alleanza Atlantica resti appunto atlantica, basta allargarsi a oriente. Ed è prorio qui, nella dorsale dell'ex Urss-Patto di Varsavia, che è nata la nuova polveriera d'Europa, come lo erano i Balcani nel secolo scorso. Non a caso sono stati i Paesi Nato ex Urss a invocare per primi l'articolo 4 del trattato di allenza: "Le Parti si consulteranno ogniqualvolta, a giudizio di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una qualsiasi delle Parti sia minacciata".

Oggi non ci sono tuttavia i presupposti per ricorrere all'articolo 5, il più importante, quello della clausola di difesa che autorizza l'intervento militare. La Nato è infatti un'alleanza difensiva, interviene solo in caso di aggressione ai danni di uno o più Paesi membri, a meno che non sia l'Onu a richiedere l'intervento militare. In realtà nel corso dei decenni questa caratteristica è stata in parte 'annacquata', soprattutto dopo la fine della guerra fredda, come dimostrano le guerre in Afghanistan, Iraq e Libia, dove era la Nato a dettare la linea all'Onu più che il contrario, come dovrebbe essere.

Adesso si tratta però della Russia, una potenza mondiale membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Un conflitto armato Nato-Russia, sempre temuto e mai verificatosi negli anni della guerra fredda, avrebbe conseguenze devastanti sul pianeta. E questo lo sa anche Mosca, che dunque difficilmente si spingerà ad attaccare un membro dell'alleanza. Perlomeno, è ciò che il mondo intero si augura.