L'esplosione nel gasdotto di Gazprom, gli hacker ucraini e il taglio forniture all'Europa

I danni al gasdotto sarebbero tra i fattori alla base della riduzione delle forniture all'Europa e alla Germania

Un'esplosione in un deposito Gazprom in Russia. L'ipotesi che sia stata generata da un attacco hacker degli ucraini. Ma non solo. Un incidente-attacco che potrebbe essere alla base della riduzione delle forniture di gas russo all'Europa. Un fattore che, più della decisione di Mosca di ridurre le forniture di gas all'Europa, spiegherebbe queste diminuzioni che non sarebbero dunque tanto dipendenti da una volontà russa.

Esplosione
Esplosione

Ma andiamo con ordine. Un agenzia Ansa della scorsa notte annunciava: si è verificata un'esplosione presso il più grande impianto di gas naturale russo di proprietà di Gazprom nella regione di Yamalo-Nenets. Lo riporta la Cnn turca sottolineando che l'incidente è avvenuto a causa dell'aumento della pressione nei punti di connessione dei gasdotti. "Il 16 giugno alle 00:30 ora locale, a causa della pressione nella 2a linea del collettore di gas situato tra le unità integrate di trattamento del gas UKPG-7 e UKPG-8V a Urengoyskoye si è verificato un incendio. Dopo l'incendio, la struttura ha smesso immediatamente di funzionare. Le fiamme sono state domate ore dopo e le attività produttive della struttura sono riprese alle 02.50», ha reso noto il servizio stampa di Gazprom Dobycha Yamburg, la società che gestisce l'impianto.

A mettere in dubbio che si possa essere trattato di un incidente è stato fra i primi Alex Orlowski, uno dei maggiori esperti italiani nel campo della diffusione di fake news e studiosi di comunicazione via social. In un Tweet ha scritto: "Sembrerebbe che gli hacker ucraini di digital army siano riusciti a entrare nel sistema di controllo di Gazprom e a provocare un'esplosione" che in un secondo tweet spiega "Ci sono 32 mega di dati forniti dagli hacker (ingegneri) Si è verificata una depressurizzazione nel campo di Urengoyskoye con un incendio nella seconda linea del collettore di gas, situato tra le unità integrate di trattamento del gas UKPG-7 e UKPG-8V".

E proprio il 16 giugno, guarda caso, Gazprom annunciava "la riduzione di oltre il 40% della sua capacità di consegna giornaliera di gas alla Germania tramite il gasdotto Nord Stream 1, “poiché le attrezzature necessarie non sono state consegnate dal gruppo tedesco Siemens”. “Osserviamo la situazione e verifichiamo lo stato delle cose. Al momento la sicurezza degli approvvigionamenti continua ad essere garantita”, ha detto una portavoce del ministero dell'Economia tedesco.

L'ipotesi di alcuni esperti e che per evitare di ammettere che l'esplosione nell'impianto possa essere stata generata dall'ingresso di hacker nel sistema che gestisce la rete di Gazprom, i russi abbiano preferito imputarla a problemi tecnici legati alla mancanza di pezzi di manutenzione. E qui entra in gioco la propaganda. Da una parte i russi tenterebbero di far ricadere la riduzione di gas sulle sanzioni "boomerang" per gli europei mentre i governi occidentali la classificano come il "ricatto del cattivo Putin" sul gas.