Kabul, i talebani: "L'Afghanistan non sarà base dei terroristi". Ma l'Isis sfida il regime

Gli studenti coranici condannano gli attacchi all'aeroporto di Kabul e rilanciano la sfida alla fazione Isis-Khorasan, che ha rivendicato gli attentati

Talebani

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Kabul (Afghanistan) -  La fazione attiva in Afghanistan dell'Isis, nota come Isis Khorasan, ha rivendicato la responsabilità degli attentati all'aeroporto di Kabul, secondo quanto riportano i media locali. La rivendicazione è ritenuta credibile anche dai funzionari dell'intelligence americana, che nelle scorse ore avevano indicato proprio in questa fazione il maggiore pericolo per possibili attentati. Talebani e Isis-Khorasan sono in guerra da tempo e i talebani hanno indicato in varie occasioni di voler tenere il gruppo lontano dalle aree sotto suo controllo. Proprio i talebani "condannano categoricamente quanto accaduto" all'aeroporto di Kabul, dove due esplosioni hanno causato secondo quanto afferma il New York Times almeno 40 morti e 120 feriti. Lo ha dichiarato in una nota il portavoce Zabihullah Mujahid. "I talebani, impegnati con la comunità internazionale, non permetteranno ai terroristi di usare l'Afghanistan come base per le loro operazioni. Abbiamo avvertito le truppe americane di possibili gruppi terroristici come l'Isis", si legge nella dichiarazione di Zabihullah.

La fazione Isis-Khorasan

Nel complesso mosaico di milizie e intrecci tribali che caratterizza l'Afghanistan, l'Isis-Khorasan, il ramo di Daesh nell'Asia centrale, costituisce una grande incognita. Le notizie che giungono da fonti di intelligence sulla formazione terroristica, sorta nel 2015, sono frammentarie e a volte contraddittorie. Non è mai stata pienamente chiarita, ad esempio, l'esatta natura dei rapporti con lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, e ambigue sono le relazioni con i talebani, sulla carta loro nemici giurati. Secondo l'Onu, l'Isis-Khorasan conta 2.200 miliziani armati concentrati nella provincia montana di Kunar, al confine con il Pakistan. Un contingente composito, dove trovano spazio militanti pashtun pakistani fuggiti dal loro Paese, disertori afghani, estremisti uzbeki e, in numero più limitato, reduci arabi di quello che fu lo Stato islamico siro-iracheno. Le comunicazioni con le altre filiali del califfato nero, si legge in un'analisi scritta da Thomas Parker per il Washington Institute, sono ormai limitate a messaggi via cellulare e i finanziamenti ridotti a un piccolo rivolo. Più di un analista aveva però affermato che un ritorno dei talebani al potere avrebbe offerto ai terroristi una chance di rialzare la testa.

Talebani e Isis, nemici giurati

Nonostante l'obiettivo comune di rovesciare il governo di Kabul, talebani e Isis hanno sempre combattuto tra loro per il controllo del territorio. La lunga campagna di sanguinosi attentati commessi dall'Isis, contro obiettivi sia civili che militari, ha però contribuito a creare nel Paese il clima di instabilità che ha consentito ai talebani di riconquistare la guida del Paese. E gli studenti coranici non si sarebbero limitati a un'occasionale condiscendenza nei confronti dei terroristi. Il tramite tra i due gruppi sarebbe un'altra formazione jihadista, la rete Haqqani, vicinissima ai talebani, che, secondo alcune fonti di intelligence, avrebbe aiutato l'Isis a organizzare e portare a compimento alcuni attacchi contro obiettivi governativi afghani. I talebani potrebbero inoltre avere interesse nel mantenere in vita le cellule locali dell'Isis in modo da poter compiere, di tanto in tanto, strette repressive a loro danno che mostrino alla comunità internazionale un impegno di facciata nella lotta al terrorismo.