Moda, il logo degli attivisti diventa un progetto sociale / FOTO

Gli abiti con il marchio Anti-do-to diventano un manifesto che parla di inclusività

Antidoto

Antidoto

Torniamo all’essenza del perché ci vestiamo: sentirci bene, con noi stessi e con gli altri. Ma oggi cerchiamo qualcosa in più dagli abiti: autenticità, comfort,  e umanità. Sono i valori a trainare le nostre scelte e siamo consapevoli che ogni singola azione può avere un impatto. Anche l’acquisto di una felpa, di un pantalone può  essere fatto in maniera più consapevole.

Contro tutto ciò che mina il nostro futuro, nel 2020 nasce ANTI-DO-TO, marchio attivista che identifica e affronta i problemi dei nostri tempi. Un manifesto di intenzioni e azioni, veicolato e amplificato dalla forza espressiva di un brand che fa dell’abbigliamento un mezzo per cambiare le cose. ANTI-DO-TO unisce persone con stili e background diversi, invitandole a prendere parte al cambiamento. Mai come oggi serve infatti schierarsi anti-status quo. Ma occorre allo stesso modo passare positivamente all’azione, per costruire un mondo migliore.

Per ANTI-DO-TO l’abbigliamento diventa call to action, cambiamento da indossare: ogni capo è in sé una dichiarazione di intenti, un Manifesto condiviso tra coloro che vogliono creare un futuro migliore e che invita chiunque creda negli stessi valori a partecipare al movimento. Acquistando i prodotti ANTI-DO-TO si contribuisce infatti,  a progetti d’impatto sociale e indossarli ispira ulteriori cambiamenti. Il 50% dei profitti netti derivanti dalla vendita è investito nel sostegno diretto di iniziative per il bene collettivo che ruotano intorno ai quattro temi cari al brand: il benessere mentale e fisico, l’inclusione, il senso di community e, cornice di tutto, il pianeta.

La prima collezione - disponibile esclusivamente online sul sito del brand - è composta da 15 capi: dalla T-shirt alla felpa girocollo o con cappuccio, anche nella versione di maglia. E poi: pantaloni fluidi, bermuda e le giacche waterproof.  Ogni capo ANTI-DO-TO è realizzato in materiali sostenibili certificati come il cotone organico Gots, oppure fibre riciclate  come il nylon proveniente da scarti di produzione oppure rimanenze tessili destinate alla discarica.