Olimpiadi invernali 2026, il sollecito di Malagò

Il presidente del Coni: "Senza un Governo non se ne fa nulla"

Giovanni Malagò

Giovanni Malagò

Milano, 10 aprile 2018 - Ora è Giovanni Malagò a farsi esplicito nel rilevare l’ennesimo motivo di imbarazzo che accompagna la candidatura una e trina dell’Italia a quelle Olimpiadi Invernali, edizione 2026, alle quali pure Milano e la Lombardia guardano sognanti: «Non sono così irresponsabile da prendere una decisione senza l’avallo di un Governo con pieni poteri» fa sapere il presidente del Coni a margine della riunione di ieri della Giunta nazionale dello stesso Comitato Olimpico. Un’ovvietà, quella scandita da Malagò. Ma al tempo stesso un chiaro sollecito alle forze politiche impegnate nella trattativa per formare un esecutivo. «I segnali – prosegue, a domanda, il presidente del Coni – sono quelli che si cercherà di tutto per fare un Governo. In caso contrario, ma è un’ipotesi che non voglio nemmeno prendere in considerazione, a quel punto dovrei parlare con il Cio (il Comitato Olimpico Internazionale al quel spetta il compito di decidere la sede della manifestazione a cinque cerchi ndr)».

Malagò torna poi sulle candidature già avanzate dall’Italia: Milano, Torino ma anche il Veneto con Cortina d’Ampezzo. Un tridenti che lo stesso Malagò nei giorni scorsi aveva definito anomalo: «Solo l’Italia è riuscita a presentare tre candidature». Sempre in piedi, però, l’ipotesi di una collaborazione tra Milano e Torino: «Non bisogna farsi condizionare dal trattino tra la parola Milano e la parola Torino – avverte il numero uno del Coni –. Non sono tifoso di niente: Milano può fare una candidatura anche con Torino, o Torino con Milano, oppure ognuna per conto suo. È il Cio che mi ha consigliato di mettere nel dossier uno slash per questa opportunità. Oltre a Cortina, ovviamente». «Ora – conclude Malagò – procederemo al dialogo, nei prossimi giorni incontrerò varie persone con cui siamo in rapporti molto buoni, poi vedremo nuovamente anche il Cio per il quale noi siamo sempre un’anomalia». «In totale – ripete di nuovo il presidente del Coni – i Paesi candidati sono 7, ma solo noi partecipiamo con tre opzioni. Nel bene o nel male, siamo un’anomalia».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro