Milano, 19 agosto 2019 - Emeregnza gol in casa Milan. Paradossale per un allenatore come Marco Giampaolo, che solo nell’ultimo campionato ha avuto evidenti meriti nel permettere a Fabio Quagliarella di vincere a 36 anni la classifica marcatori di Serie A. Eppure la preoccupazione principale del Diavolo in vista dell’esordio di domenica prossima alla Dacia Arena contro l’Udinese ha proprio a che fare con il reparto offensivo.
Lo 0-0 di Cesena, nell’ultima amichevole disputata, è stato l’ennesimo campanello d’allarme di un precampionato rossonero dai due volti. Un cauto ottimismo per quel che riguarda il fluido modo di giocare e di arrivare sino alla trequarti, un’altrettanto palese inquietudine per lo stato di forma degli attaccanti e per la loro integrazione nei meccanismi offensivi del nuovo tecnico. Le punte attuali del Milan, ovvero Piatek, Castillejo e André Silva, sono rimaste a secco in tutte le gare giocate prima dell’inizio della Serie A. Il giovane Leao non è ancora pronto, Suso da trequartista continua ad alternare alti e bassi, Paquetà sta rientrando ma non sarà mai in condizione ottimale per la prima giornata. Senza contare i nuovi arrivati Bennacer e Krunic arriveranno al nastro di partenza con pochissimi allenamenti con i compagni. Insomma dubbi e turbamenti che avvolgono l’ambiente rossonero in questa settimana di vigilia.
Probabilmente il dato che deve far riflettere e che assilla maggiormente Giampaolo è quello 0 tondo nel conteggio dei gol realizzati da Krzysztof Piatek, punto di riferimento dell’attacco del Diavolo, nelle amichevoli ufficiali di luglio e agosto. Sia contro avversari di livello internazionale in ICC, sia contro le due squadre di Serie C Novara e Cesena che contro i modesti kosovari del Feronikeli, il bomber polacco è rimasto a secco, incapace di capitalizzare le poche occasioni che gli sono state concesse e spesso fuori dai sincronismi che dovrebbero liberarlo all’interno dell’area di rigore. Scarsa intesa con i compagni, poca propensione alle combinazioni palla a terra, avulso dal gioco e senza la fiducia necessaria per colpire. Insomma, il lontano parente dell’attaccante implacabile ammirato nel suo primo anno in Italia. Sarà proprio con Piatek e con i suoi compagni di reparto che l’ex allenatore della Sampdoria si troverà a dialogare maggiormente nel corso di questi giorni prima del via. A Udine si inizia a fare sul serio, al Milan servono i gol per vincere le partite e cominciare nel modo giusto quella che obbligatoriamente deve essere non solo la stagione del rilancio, ma anche quella del ritorno in Champions League
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro